Ieri:Corigliano-Rossano, arrestato un 36enne per spaccio di sostanze stupefacenti
19 ore fa:Nuova sede per il museo di Vaccarizzo Albanese, un autentico scrigno di cultura Arbëreshe
21 ore fa:Ultimati i lavori del campo di padel di Cariati nei pressi del centro sociale
17 ore fa:Stop al numero chiuso a Medicina, al Senato via libera al testo base
13 ore fa:Da Bocchigliero alla conquista dei palchi di tutta Italia: la storia di Nevis e Asya
22 ore fa:L’alberghiero “K. Wojtyla” di Castrovillari punta sui percorsi altamente formativi
18 ore fa:Il terremoto e lo tsunami del 1836 che colpì Rossano ma rase al suolo Crosia
14 ore fa:Campionati regionali prove multiple: 3 titoli per la Corricastrovillari
15 ore fa:Il vescovo emerito Monsignor Milito in visita alla Comunità Alloggio per anziani "Teniamoci Stretti"
16 ore fa:La liuteria ionica di Montegiordano trionfa a Pechino con Gran Duo Italiano e Sassone Tartufi

Salute mentale, allarme tra i giovani. Ieri sera l'ennesimo caso estremo nel centro storico di Corigliano

5 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO -Di tanto in tanto lo incontro lungo via Fontanella a Corigliano Scalo, perché come me, predilige lunghe passeggiate per combattere la vita sedentaria e tutte le malattie, che uno stile di vita poco movimentato, può favorire.  Si chiama Salvatore e da anni conduce una battaglia, purtroppo, personale sullo stato, a dir poco comatoso, in cui versa la salute mentale in Calabria. Lo incontriamo e ci dice “Ti prego occupati dei tanti problemi che presenta, in questa nostra terra di Calabria, il comparto sanitario della salute mentale. Fallo soprattutto per i malati e per tutti coloro, come me, che vari motivi sono alle prese da anni con problemi psichiatrici”.

Purtroppo le parole di Salvatore, pronunciate alcuni giorni orsono, ieri sera hanno trovato l’ennesimo tragico riscontro. Per carità, qui non vogliamo enfatizzare un fatto tragico verso il quale dobbiamo nutrire il massimo rispetto, perché chi soffre di malattia mentale, non può e non deve occupare le pagine della cronaca. Ma citiamo quanto accaduto ieri sera, perché la fatalità dei tempi, ha fatto in modo che si verificasse proprio mentre stavamo confezionando questo articolo. Ieri sera verso le 21 a Corigliano Centro storico una persona di appena 40 anni si è data fuoco. La persona in questione è nota alle strutture sanitarie della zona perché affetto da tempo da problemi di salute mentale. Dalle poche informazioni raccolte il 40enne si sarebbe cosparso il corpo con liquido infiammabile per poi darsi fuoco. Tempestivo è stato l’intervento di alcuni suoi conoscenti che hanno cercato di spegnare le fiamme, mentre nel contempo veniva allertato il 118. Ma nonostante la tempestività nei soccorsi i sanitari del locale ospedale constatate le condizioni gravi, infatti l’uomo presentava ferite da ustioni in tutto il corpo, ne hanno disposto l’immediato trasferimento in ambulanza al centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni sono gravi, si aspettano le prossime ore per verificare se sia in pericolo di vita oppure no.

Data la precedenza, purtroppo, a questo fatto di cronaca, torniamo alle parole che ci aveva detto nei giorni scorsi l’amico Salvatore e immediatamente abbiamo avviato le nostre ricerche, ed in effetti, quello ci diceva Salvatore è drammaticamente vero la “salute mentale” è una componente troppo spesso dimenticata della sanità pubblica. Una sorta di cenerentola del sistema di assistenza e cura delle persone. Eppure la salute mentale investe sempre più soggetti soprattutto dopo la raffica di eventi fortemente destabilizzanti avvenuti negli ultimi anni.

Dallo scoppio della pandemia, alle lunghe reclusioni forzate imposte dalle misure di contenimento della diffusione del coronavirus, per arrivare poi all’emergenza climatica, alla crisi economica e al drammatico conflitto scatenato dall’invasione russa dell’Ucraina. Quest’ultimo ha poi innescato un vero e proprio terrore di un “Armageddon” nucleare. Tensioni, apprensioni, paure che si riversano nella sfera emotiva delle persone – soprattutto più fragili – incrementando il loro disagio psicologico. Secondo i dati di un’indagine condotta dal Santagostino, circa un quarto delle persone economicamente attive in Italia è affetto da un malessere psicologico significativo. Sempre secondo questo studio, il 23% del campione riferisce difficoltà a controllare i propri impulsi, il 22% segnala problemi di distacco emotivo e in percentuale uguale, di regolazione delle emozioni, mentre il 15% giudica non soddisfacenti le proprie relazioni. Il dato più significativo riguarda però l’autostima, con il 32% del campione che ha affermato di avere una scarsa stima di sé.

Numeri confermati anche da altri studi come la ricerca Bva Doxa che ha dedicato uno studio sul vissuto, sui bisogni e i desiderata dei dipendenti delle aziende italiane. Ebbene, circa 3 lavoratori su 4 under 34 in questo lasso di tempo si è dimesso almeno una volta per preservare la propria salute psicologica. Secondo questo studio il dato sarebbe in crescita dell’11% rispetto allo scorso anno e riguarda soprattutto la generazione Z: sei dipendenti su dieci ha scelto questa strada. Un dipendente su due dichiara di soffrire di ansia ed insonnia legata al lavoro. E valutando il proprio stato ante e post pandemia, emerge che i soggetti che denunciavano prima del Covid stati di ansia o di insonnia con un’intensità pari al 35% sono poi passati a segnarne il 53% per l’ansia e il 50% per l’insonnia. Ma sono anche i dati raccolti sul bonus psicologico a certificare quanto il disagio psicologico sia diffuso tra i giovani. Al 31 dicembre 2022 sono pervenute 300mila domande al ministero della Salute per contributo “sessioni di psicoterapia”, tra queste il 43,55% proviene da giovani tra i 18 ed i 35 anni, mentre il 16,62% è a favore di minori di età compresi nella fascia 0-18 anni.

Ma a fronte di questi numeri allarmanti, le risorse stanziate dall’Italia per garantire cure ed assistenze adeguate a quanti soffrono di disturbi mentali restano ridotte. Il Paese infatti resta tra gli ultimi in Europa per risorse dedicate. E non va meglio su quanto destinato dalle Regioni. Nonostante l’ultimo accordo fissato dalla Conferenza Stato-Regioni che aveva fissato al 5% la quota destinata alla salute mentale del Fondo sanitario nazionale, pari a 122 miliardi per il 2022, la media degli stanziamenti effettivi delle Regioni è del 3,3%. E i fondi aggiuntivi previsti per rafforzare i Dipartimenti di salute mentale (Dsm) sono in tutto 60 milioni di cui circa 30 per il bonus psicologico. Briciole, denunciano gli operatori in prima linea, per affrontare terapie e cure idonee a sostenere il numero crescente di pazienti affetti da queste patologie.

La Calabria è tra le regioni con il tasso più elevato di pazienti trattati in strutture territoriali psichiatriche. Dai dati dell’ultimo “Rapporto salute mentale” del ministero della Salute, la regione è al terzo posto in Italia (dopo la Liguria e la Provincia autonoma di Trento) per prevalenza di utenti trattati, sul tasso standardizzato per diecimila abitanti. Se la media italiana è pari a 143,4, nella regione quel dato sale a 171,5 e prevalgono le donne ad aver usufruito di trattamenti, in linea con il resto del Paese. In numeri assoluti nel 2020 complessivamente sono stati 27.589 pazienti, con patologie che interessano soprattutto la fascia di età dai 65 ai 74 anni. Prestazioni effettuate nella rete dei sevizi costituita dai Centri di salute mentale, centri diurni e strutture residenziali. Una rete che però resta deficitaria. Nonostante l’alto tasso di prestazioni effettuate nei 5 Dipartimenti di salute mentale, in cui è divisa la regione, sussistono 9 strutture residenziali per 159 posti letto pari ad un posto letto per diecimila abitanti (la media italiana è di 5,3), mentre quelli semi residenziali (centri diurni) sono sulla carta 8 con 112 posti letto. Qui la media scende a 0,7 contro i 3 del resto del Paese. Non va meglio per il personale sanitario e medico in prima linea in Calabria a fronteggiare i pazienti affetti da patologie mentali. Sempre secondo i dati del ministero, il personale che opera nei servizi di salute mentale in Calabria risulta pari a 9 tra medici e psichiatri su 100mila abitanti, in Italia il tasso è di circa 11. Dunque dotazioni di strutture e personale decisamente inferiore alla media nazionale. Così come bassi risultano i costi sostenuti per garantire i livelli di assistenza ai pazienti affetti da questo genere di patologie.

I dati riportano che in Calabria la spesa pro capite è pari 55 euro contro la media nazionale di 67, 5 euro. In termini assoluti il costo relativo all’assistenza psichiatrica nel 2020 in Calabria è stato pari a 87,490 milioni di euro. Somme destinate in gran parte per fornire assistenza ambulatoriale e domiciliare, circa il 55% del totale. Dati che indicano quanta strada ancora debba essere compiuta in Calabria per garantire parità di accesso a cure, terapie ed assistenza rispetto al resto del Paese. Restituendo così anche parità di diritto di cittadinanza italiana a chi vive in Calabria. Carenze strutturali, scarsità di investimenti e di risorse umane. Frutto anche del «mancato turn-over del personale sanitario» per via dei «vincoli imposti dal Piano di rientro» che hanno di fatto ridotto l’organico a disposizione della rete di assistenza psichiatrica regionale. Sono questi i principali mali del sistema di assistenza e cura dei pazienti psichiatrici in Calabria.

Giacinto De Pasquale
Autore: Giacinto De Pasquale

Classe 1958, ha profondo rispetto per il lettore, da qui il motto “prima la notizia e poi il resto”. Giornalista dal 2002. È dal lontano 1976 che inizia a scrivere sul “Giornale di Calabria” di Pietro Ardenti. Inizialmente si occupa solo di cronache sportive. Sempre dal 1976 con “Radio Libera Corigliano” e poi con varie emittenti quali TLC, Video Erre e TeleA1 Corigliano. Nel corso degli anni si occupa anche di cronaca nera, politica e culturale. Ha collaborato con Gazzetta dello Sport, Gazzetta del Sud e Il Quotidiano della Calabria. È direttore della prestigiosa rivista culturale “Il Serratore” e gestisce il blog ilcoriglianese.it. Nel 2014 è nella redazione fondante de “L’Eco dello Jonio”. Oggi ritorna con l’entusiasmo di chi sa che fare informazione in questa nostra terra di Calabria è difficile, ma grazie all’Eco dello Jonio tornerà a raccontare in maniera sincera quello che accade, per contribuire alla crescita sociale e culturale di questo nostro fantastico territorio