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Mobilità ferroviaria: né Blues né Pop... nell'Alto Jonio arrivano i Requiem: i treni invisibili

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CASSANO JONIO - Trenitalia Calabria ha consegnato ieri altri due nuovi treni Pop che entrano a servizio della mobilità regionale. Ora sono sette (entro il 2024 saranno 14) i treni di questa tipologia, a trazione elettrica, in circolazione sui binari della Calabria. Questi due nuovi Pop in movimento sulla rete regionale viaggiano sulle direttrici Cosenza – Reggio Calabria, Cosenza-Sapri, Melito Porto Salvo –Villa San Giovanni e Sibari- Cosenza. Già, perché la Calabria della mobilità ferroviaria finisce a Sibari, dimenticando quegli altri 50km di binario elettrificato e quelle 7 stazioni che più a nord di Cassano Jonio rientrano ancora nel territorio calabrese. E che sono praticamente tagliati fuori dal mondo del trasporto ferroviario, escludendo una popolazione di oltre 50mila potenziali utenti calabresi dall'accesso al diritto alla mobilità e dagli stessi accordi tra il vettore ferroviario e l'ente regionale.

«I Contratti di Servizio di lunga durata che il Regionale di Trenitalia ha firmato con le singole Regioni - si legge nella nota ufficiale di Trenitalia Calabira -consentono alla Società del Gruppo FS di realizzare importanti investimenti che generano ricadute positive sia nella qualità del servizio offerto ai viaggiatori, sia per l’intero indotto sul territorio». In questi territori, però, non è ricompresa tutta l'area dell'Alto Jonio dove, a parte la Stazione di Trebisacce, nei restanti 6 scali (Villapiana-Cerchiara, Villapiana Lido, Amedonalara-Oriolo, Roseto Capo Spulico, Montegiordano, Rocca Imperialeil treno non ferma più da tempo. Qui la littorina è sostituita da un vetusto servizio bus che percorre la vecchia Statale 106 molto spesso compiendo un tragitto di 50km in più di un'ora.   

Insomma pensare di spostarsi dall'Alto Jonio verso la Calabria è pressoché impossibile. Non solo questo diaframma di servizi creato, non si capisce quale ragione o strana strategia aziendale/politica/istituzionale fa sì che la Sibaritide rimanga ancora un territorio diviso in tre tronconi: l'Alto Jonio isolato nel suo mondo, Sibari che ha un'esclusiva proiezione verso Cosenza, e il Basso Jonio con ancora il binario non elettrificato che vive in una dimensione antica dove a viaggiare sono treni della metà del '900.

Dicevamo della tratta Sibari-Rocca Imperiale: poco meno di 50kilometri di binario elettrificato (46,8km per l'esattezza) sul quale viaggiano quotidianamente solo 4 treni al giorno: due intercity in direzione Reggio Calabria (alle 9.41 e alle 14.29) e due intercity in direzione Taranto (alle 13:21 e alle 17:26) e fermano nella sola stazione di Trebisacce. Poi il nulla. Le restanti 6 stazioni sono zone fantasma. Eppure negli ultimi 10 anni sono state sottoposte ad una profonda azione di restyling: nuove pensiline, nuove tabelle, nuovi punti luminosi, sottopassaggi, banchine con percorsi tattili. Tutto molto bello ma praticamente inutile. Tanti soldi spesi per nulla, solo per vedere transitare ad alta velocità 4 treni al giorno.

Insomma, per l'Alto Jonio non ci sono né Pop né Blues... solo Requiem. La domanda è una: perché?

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.