Domani è la giornata mondiale dell'acqua: il bene più prezioso che in Calabria si perde a iosa
Nella nostra regione, inoltre, la vertenza dello sfruttamento dei bacini idrici montani si fa sempre più aspra e già sono interessate le aule dei tribunali

CORIGLIANO-ROSSANO - Carenza d’acqua, siccità, ghiacciai che si sciolgono, crisi alimentare e produzione di energia a rischio, sono solo alcune delle conseguenze della crisi idrica provocata dagli impatti del cambiamento climatico.
Sembra niente, ma quei pochi gradi di aumento alla temperatura che abbiamo prodotto col nostro comportamento irresponsabile, sono la causa principale della nostra strada verso l’irreparabile.
Il 22 dicembre 1992, con la risoluzione A/RES/47/193, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 22 marzo Giornata Mondiale dell'Acqua (World Water Day).
Questa giornata si celebra ogni anno, fin dal 1993, per ricordare a tutti l'importanza di arginare la crisi idrica mondiale e per mettere uno stop ai rapidi cambiamenti climatici.
Trent’anni di celebrazioni e manifestazioni che però sono serviti a ben poco; la legge del profitto ha sempre prevalso sulla legge del buonsenso.
Tutti continuano a produrre sempre di più, con la conseguenza di emissioni incontrollate, temperature sempre più alte e desertificazione sempre più ampia.
Non sfugge a nessuno che in grossa parte del pianeta l’acqua sia ritenuta più importante di qualsiasi ricchezza; senza il prezioso liquido non c’è vita. Gli studiosi stanno studiando come portare in superficie il prezioso liquido dal sottosuolo, ma anche questo non è per niente inesauribile. Più acqua si tira su, più deserto si produce giù.
Le fonti di informazioni stanno insistendo molto su questo tema e sulla siccità che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura, ma sembra che si stia parlando ai sordi.
Fino a quando non si comprenderà che il pianeta è di tutti e che se non ci si salva insieme non si salva nessuno, continuerà la corsa verso l’autodistruzione. Le potenze economiche mondiali, Cina in primis, non vogliono sentire ragioni e continuano nella loro iperproduzione di qualsiasi fonte energetica liberando nell’aria milioni di chilogrammi di anidride carbonica.
Nel nord del nostro Paese la crisi di acqua è già presente nei mesi invernali e nel periodo estivo sarà ancora peggio; i laghi si sono prosciugati mettendo in ginocchio l’agricoltura. Persistendo questa situazione i prezzi dei prodotti alimentari aumenteranno perché saranno sempre di meno e le famiglie, già in crisi, saranno sempre più povere.
Nella nostra Calabria, almeno per quest’anno, non dovremmo avere grandi difficoltà idriche vista la buona quantità di neve che ha interessato i nostri monti, ma le lotte che esistono da tempo tra le aziende produttrici di energia elettrica ed i contadini della Sila, per lo sfruttamento dei bacini montani, si fa sempre più aspra e già sono interessate le aule dei tribunali.
Anche in questo caso però vale il concetto espresso per il pianeta: non avere problemi idrici in Calabria ed averli nel resto d’Italia, non risolve nulla.
Non ci resta che affidarci alla responsabilità di tutti, dei capi delle Nazioni, ma anche alla nostra che, nel nostro piccolo, possiamo fare tanto.
Gli anziani dicevano “tante nente, lingnane nu sacche” – tanti niente riempiono un sacco, che significa che tante cose, anche se minuscole, contribuiscono a risolvere il problema. Riflettiamoci.