2 ore fa:Stipendi e pensioni, in Calabria le donne hanno una retribuzione inferiore agli uomini. «Urge una riforma»
8 ore fa:Estorsione, assoluzione confermata in appello per un noto imprenditore
6 ore fa:Settimana ricca di polemiche: dalla bagarre sulla "Grande Cosenza" ai controlli fiscali che "toccano gli amici" a Crosia
Adesso:Cariati solidale, verranno erogati buoni spesa in favore dei profughi ucraini
5 ore fa:VOLLEY - La Pallavolo Rossano Asd conquista una vittoria fondamentale contro la Silan Volley di San Giovanni in Fiore
4 ore fa:Festa dell'Albero, piantate oltre 100 nuove piante a Corigliano-Rossano
8 ore fa:Tragedia sfiorata nella notte a Rossano
2 ore fa:La forza di rinascere dopo una relazione tossica: «Non aspettare che l'altro cambi. Se non c'è rispetto, chiudi la porta»
1 ora fa:L'eredità del giudice Rosario Livatino, una vita al servizio dello Stato - VIDEO
4 ore fa:Giornata nazionale sulla povertà educativa, scuole e istituzioni a confronto nel focus promosso da Corecom Calabria

Eolico offshore flottante nello Jonio, l’autorità portuale di Gioia Tauro ha già incontrato gli investitori

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – L’idea è quella di realizzare nel porto di Corigliano-Rossano un hub per la produzione (e manutenzione) di pale eoliche offshore a servizio di un parco eolico marino che probabilmente potrebbe sorgere nel golfo di Squillace, a largo di Isola Capo Rizzuto. L’idea – lo dicevamo nell’edizione di ieri – c’è già e oggi sappiamo anche che potrebbero anche essere pronte ad investire su questo progetto alcune società internazionali con le quali l’autorità portuale di Gioia Tauro ha avviato da tempo un’interlocuzione.

A chiarire ancora meglio quello che potrebbe essere il futuro corebusiness del porto di Corigliano-Rossano, già plasticamente immaginato e linkato nelle stanze romane del governo, sono stati nei giorni scorsi il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, ed il direttore delle sedi decentrate dello stesso ente, l’ingegnere Alessandro Guerri, intervistati dal giornalista Alessandro Russo nel corso di un noto talk televisivo regionale.

Ed è stato proprio il direttore Guerri a illustrare, in modo dettagliato e preciso, la visione che l’Autorità portuale e quindi il Governo centrale hanno per la grande darsena della Sibaritide. «Sullo Jonio – ha spiegato Guerri - si sta affacciando l’opportunità che i porti diventino gli hub della futura industria dell’eolico offshore». Al momento questa tecnologia è sviluppata perlopiù nel nord dell’Europa dove si hanno bassi fondali e il sistema che sorregge le pale è conficcato nel fondale marino. In Italia, invece, l’unico parco eolico in mare, che sviluppa la tecnica già consolidata e funzionante sperimentata ad esempio al largo di Thanet o Sheringham (nel Regno Unito), si trova a Taranto, proprio a ridosso del porto.

Insomma, servirebbero fondali bassi ma, questa, non è una condizione necessaria. Anzi. «Nello Jonio, che è uno dei mari più profondi del Mediterraneo – ricorda il dirigente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro - questa cosa non è tecnicamente fattibile ma ci sono gruppi internazionali interessati a sviluppare i sistemi all’avanguardia di eolico offshore flottante».

le diverse tecnologie dell'eolico offshore

Cosa significa? Le pale eoliche in mare hanno un loro sostentamento, «non hanno bisogno – spiega ancora Guerri – di essere incastonati direttamente sul fondale ma solo di essere ancorati tramite cavi». Cosa serve per realizzare questi parchi eolici offshore? È ancora Guerri a illustrarlo. Questa operazione «necessità – dice - di grandi aree prospicenti il mare, quindi di un porto, con un retroporto importante per la realizzazione degli impianti e la loro manutenzione che si protrae per 25/30 anni».

Ora, una volta chiarite le idee su dove potrebbe sorgere il centro di realizzazione e manutenzione delle pale eoliche («riteniamo che sia lo sviluppo migliore per combinare l’utilizzo del porto di Corigliano-Rossano con la creazione di un futuro know-how di questa nuova tecnologia da insediare in Calabria») resta da capire in quale angolo di mare le grandi eliche («più alte della Tour Eiffel») dovranno poi essere piazzate per produrre energia.

A riguardo bisogna fare alcune premesse. Innanzitutto appare poco credibile l’idea che un centro di produzione e manutenzione di un impianto offshore possa essere realizzato a Corigliano-Rossano per poi servire un parco eolico marino a largo del nord-Africa (ipotesi emersa nelle settimane scorse).

Inoltre, se si sta battendo la strada di una tecnologia che non necessità di un ancoraggio delle pale eoliche sul fondale, è lapalissiano che la destinazione è per mari dove batte tanto vento a prescindere dalla loro profondità e, guarda caso, lo Jonio calabrese è profondissimo ma – come dimostra la cartina in basso – è uno di quelli più battuti dai venti d’altura.

mappa dei venti e della produttività eolica in mare (fonte AtlaEolico)

Infine, c’è da considerare il momento storico. L’Italia, in preda alle crisi internazionali per il rinvenimento di materie prime e alla transizione ecologica in atto, sta virando non solo verso l’autarchia energetica ma è obbligata anche a produrre energia pulita. Quale migliore occasione, quindi, di generare sul suolo (o sul mare) nazionale tanta energia pulita

Fatte queste premesse, non resta che chiedersi, allora, in quale spazio di mare potranno essere installate le pale eoliche. Anche in questo caso le parole di Guerri sono state illuminanti. «Sono le autorità centrali ad autorizzare l’installazione delle pale in mare – ha detto il direttore delle sedi decentrate dell’autorità portuale nella sua intervista ad Alessandro Russo - mentre l’autorità portuale diventa strategica perché per realizzare gli impianti servono spazi che solo un porto può dare. Noi – ha aggiunto - crediamo che questa soluzione possa essere per il porto di Corigliano-Rossano una chance per diventare l’hub dell’eolico. Noi – ha svelato infine Guerri - abbiamo già conosciuto questi investitori internazionali ed è ovvio che vogliono posizionare le pale lì dove c’è il vento. E il Golfo di Squillace – ha concluso - è l’area del Meridione d’Italia dove c’è più vento».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.