InfluNet: da tre anni la Calabria non comunica i dati dell'epidemia influenzale
Il monitoraggio fondamentale per non congestionare gli ospedali e giocare di anticipo. Bella (Iss):Non possiamo obbligare nessuno ma invitiamo medici e pediatri locali a collaborare»

CORIGLIANO - ROSSANO - Per il terzo anno consecutivo la Calabria non ha attivato il sistema di sorveglianza antinfluenzale gestito dall’Iss. Unica su 20 regioni a restare scoperta e a non potersi avvalere della raccolta dati.
«InfluNet - spiega il coordinatore responsabile del sistema, il dott Antonino Bella dell’Istituto Superiore di Sanità, ospite nella nostra trasmissione L’Eco della Salute - si avvale del contributo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. E’ una collaborazione a titolo gratuito tra noi, il Ministero della Salute e i medici sentinella che liberamente scelgono di aderire al servizio. Per questo lo possiamo fortemente consigliare, ma non possiamo obbligare nessuno».
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Dunque l’obbligo non c’è, il servizio nemmeno. Quasi a rimarcare il detto pagare moneta vedere cammello. Ciò che i medici sul nostro territorio dovrebbero fare è caricare sul sistema informatico condiviso i casi influenzali incontrati durante la stagione per garantire una letteratura sul tema. E attenzione, «incamerare questi dati – spiega il coordinatore Bella – ha una grande rilevanza perché serve a capire quanto e come si diffonde l’epidemia e offre uno strumento in più agli ospedali per non farsi trovare impreparati. Registrare le curve e monitorare la situazione evita il congestionamento dei nosocomi e consente di giocare in anticipo e di gestire al meglio i posti letto nel momento di picco epidemico».
Quest’anno l’influenza sembra aver colpito più duro. «Stiamo scontando un debito immunitario accumulato in questi ultimi anni – spiega Antonino Bella -. La pandemia con il suo azzeramento della vita sociale e l’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione, ha indebolito le nostre difese e adesso ne stiamo pagando le conseguenze».
Poi, a darci filo da torcere, ci sono tutte le sindromi simil influenzali che vengono confuse con l’influenza vera e propria. La profilassi tuttavia è sempre consigliata. «Quanto al numero di vaccinati per la stagione in corso – commenta il ricercatore Iss – è ancora presto per dare delle cifre. Certamente abbiamo avuto nel corso degli anni un calo della copertura vaccinale. Abbiamo raggiunto il massimo nel 2005 con il 68% della popolazione anziana vaccinata. Da quell'anno c'è stato un tracollo finquando non è arrivata la pandemia. Durante il Covid la profilassi è risalita perché il vaccino antinfluenzale permetteva più facilmente di isolare i casi covid. Lo scorso anno è scesa di nuovo. Mi auguro che stavolta la campagna vaccinale possa far cogliere i suoi frutti».
Tornando al monitoraggio della diffusione epidemiologica dell’epidemia, Antonino Bella lancia un appello: «un vero peccato che la Calabria non riesca a contare su un gruppo di medici e pediatri, individuati sul territorio, che volontariamente provvedano ad inserire nel sistema i dati relativi ai loro pazienti. Speriamo anzi che qualche amministratore locale intervenga in questo senso. E’ diverso tempo che questa regione ha difficoltà nella trasmissione dei dati»