Nuova Statale 106 Sibari-Co-Ro, c’è una sola e unica verità: servono progetti e delibera Cipe
Il confronto politico in atto sui fondi potrebbe essere superfluo se non addirittura dannoso se prima non si arriva alla definizione di un progetto finanziabile. Il termine fissato dalla nuova finanziaria è il 30 aprile 2023
CORIGLIANO-ROSSANO – È dal settembre 2020 che dalle pagine dell’Eco dello Jonio continuiamo a predicare alla politica, alle istituzioni locali e regionali e alla società civile che un qualsiasi nuovo piano di ammodernamento della Statale 106 ha bisogno di un progetto (possibilmente definitivo) finanziabile. Da allora a oggi sono transitati da Roma tre governi (Conte 2, Draghi e oggi Meloni) e tutti e tre, chi esplicitamente chi implicitamente, hanno mandato al territorio questo messaggio. Nelle aree del crotonese e dell’alto Jonio catanzarese lo hanno recepito e sono andati avanti (il loro progetto è diventato bandiera), nella Sibaritide – invece – si continua a fare orecchie da mercanti, a cincischiare e perdersi in polemiche.
Come quella innescata, ad esempio, sul contenuto della manovra finanziaria in via di approvazione alle Camere e che prevede un investimento di 3 miliardi in 15 anni per l’ammodernamento della tratta calabrese della Statale 106. Sono molti, sono pochi? Non lo sappiamo. Sicuramente il governo ha “ascoltato” le istanze della Regione e del presidente Occhiuto che per risolvere l’atavica questione della strada della morte ha chiesto (e ottenuto) lo stanziamento di questa cifra. Che ieri come oggi, però, rimane una cifra spendibile solo al Monopoly se prima non si hanno le idee chiare sulle priorità, anche perché la strada non verrà ammodernata tutta nello stesso momento e nel giro di un anno. Quella è solo una malsana fantasia che può balenare solo nella mente di chi è avvezzo a giocare, appunto, al celebre gioco di società.
Occorrono le Delibere Cipe che finalizzino e blocchino le risorse (onde evitare che si finisca come nel decennio scorso quando i miliardi stanziati per la SS106 finirono per coprire le “quote latte” nel nord Italia) ma ancora prima del pronunciamento del Comitato interministeriale per la programmazione economica servono i progetti. Meglio se sono progetti definitivi che possano aprire le porte alla fase esecutiva. Questa finestra per la “centosei” è ancora aperta in quanto opera che rimane commissariata per effetto del decreto “sblocca cantieri” (ormai in scadenza) e lo è ancora di più per la Sibari-Corigliano-Rossano che ha priorità su tutto. E questo per due motivi: il primo l’alto tasso di pericolosità e mortalità che continua a riscontrarsi lungo l’attuale tratto stradale che mette in connessione i grandi centri urbani Sibaritide e la loro economia; il secondo, per effetto della fusione di Corigliano-Rossano che restituisce alle dinamiche sociali ed economiche del Paese una città di quasi 80mila abitanti con una utenza quotidiana di più del doppio dei residenti che non può rimanere isolata con una strada pericolosissima tra l’altro con un’unica carreggiata.
Le priorità, però, devono essere perorate – meglio se unanimemente - dalla delegazione parlamentare del territorio, di qualunque colore essa sia nella sede del Ministero delle Infrastrutture. Ed è proprio qui che interviene la vera chiave di volta della Legge finanziaria in approvazione che (al comma 2 dell’Art.88 – Strada Statale 106 Jonica), al netto dei soldi, impone una data, quella del 30 aprile 2023. Quel giorno sapremo se il tratto Sibari-Co-Ro sarà dentro o fuori dalla priorità del Governo, rispetto ad altre del territorio Calabrese. Entro quella data sarebbe auspicabile che i Comuni di Cassano Jonio e Corigliano-Rossano (e i sindaci Papasso e Stasi) arrivino con le idee chiare, che la Regione (il presidente Occhiuto e l’assessore Dolce su tutti) sostenga la progettualità dell’opera e che la folta deputazione parlamentare del territorio faccia quadrato nel dire che una strada moderna e sicura nel territorio della Sibaritide non solo è necessaria quanto indispensabile per ridurre il numero delle vittime e per integrare la terza città della Calabria nel sistema Paese attraverso una strada moderna e sicura. E per fare questo dovranno arrivare sul tavolo dei Ministri leghisti Salvini e Giorgetti con un progetto pronto. Che in realtà già c’è… basta solo la volontà per mandarlo avanti.