Il gestore dell’impianto di Bucita bussa alla porta dei comuni: c’è un ammanco di 3 mln di euro
Ekrò pronta a chiudere i cancelli della struttura di Co-Ro se entro il prossimo mercoledì non verrà corrisposta almeno la fattura di mezzo milione d’euro del 2021 e non saranno emesse le fatture contabilizzate fino al 31 agosto

CORIGLIANO-ROSSANO – L’emergenza rifiuti in Calabria e nel territorio della Sibaritide non è solo una questione organizzativa con pericolosi risvolti igienico-sanitari per la salute pubblica. Ogni giorno attorno a questa tristissima vicenda, che ha ridotto le strade dei nostri territori in una grande e perdurante discarica, si continuano a scrivere pagine che potrebbero essere definite di “vero orrore burocratico”.
Questo, almeno, leggendo quanto riportato in una missiva che ieri (22 settembre) la società Ekrò, gestore dell’impianto di Bucita, ha inoltrato all’Ato Cosenza e ai comuni dell’Aro della Sibaritide (conferenti nella struttura di Corigliano-Rossano) e per conoscenza al commissario straordinario regionale dell’Autorità dei rifiuti e al prefetto di Cosenza, lanciando di fatto un ultimatum agli enti interessati: o pagate e contabilizzate le spettanze arretrate o dal prossimo 28 settembre il sito di conferimento chiuderà i battenti. E a quel punto “Addio Patria!”
Questo, in sintesi, il messaggio - nemmeno troppo subliminale - scritto nero su bianco dalla società crotonese.
Quello che si evince dalla missiva è anche un gioco di ruoli che i comuni starebbero impostando, avendo dalla loro numeri e soldi, a danno della società. Perché – per quanto lamentato da Ekrò – non solo ad oggi mancherebbe all’appello il pagamento di una fattura a saldo delle spettanze relative alla gestione del servizio per il 2021, pari a circa mezzo milione di euro, ma – a quanto pare – la stessa Ato Cosenza starebbe creando ostruzioni di carattere burocratico per impedire la fatturazione del servizio garantito all’interno dell’impianto, svolto da gennaio ad agosto 2022. La stessa che porterebbe al totale una contabilizzazione («già verificata e vistata dal Rup e dal Dec») di oltre 2,5milioni di euro.
Insomma, a conti fatti, alla Ekrò mancherebbero all’appello 3milioni di euro che ovviamente incidono pesantemente sull’economia aziendale e quindi sul futuro del servizio.
Ci ritroveremo a dover fare i conti con un’emergenza rifiuti ancora più aggressiva nel prossimo autunno? Tutto dipenderà dalle strategie che l’Ato Cosenza e quindi i Comuni metteranno in campo.
Certo, a questo punto occorre fare un’altra considerazione ad alta voce. Non è la prima volta che Ekrò palesa insofferenze, lamentando nelle sede istituzionali defezioni, manchevolezze, lacune e impegni disattesi da parte dei Comuni debitori. Allo stesso tempo, gli stessi Comuni – dal canto loro – non mancano di puntualizzare, a loro volta, problemi nella gestione dell’impianto di Bucita. Emblematiche le continue eccezioni che il Comune di Corigliano-Rossano, a detta degli amministratori, pare abbia sollevato al gestore in questi ultimi anni. Insomma, un rapporto forzato che ha sempre fatto scintille e che, a sua volta, ha stratificato disagi su disagi a danno della popolazione.
Cosa accadrà dal prossimo 28 settembre se davvero Ekrò deciderà di chiudere i cancelli di Bucita qualora i Comuni non regolarizzassero (cosa molto probabile) la loro posizione? Chi pagherà in termini di costo e di disagi questo ennesimo corto circuito?