Natuzza Evolo, a Paravati giungono i devoti della donna il cui ricordo è ancora vivo
Il 6 agosto si terrà la dedicazione della chiesa della Villa della Gioia al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” nel comune in cui la donna, su cui è in corso un processo di beatificazione, ha vissuto

CORIGLIANO-ROSSANO – Paravati di Mileto sta già accogliendo i primi visitatori e pellegrini giunti nel piccolo paese calabrese, in onore di Natuzza, al secolo Fortunata Evolo. Il 6 agosto si terrà la dedicazione della chiesa della Villa della Gioia al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, una celebrazione a cui la donna calabrese, su cui è in corso un processo di beatificazione, fautrice di miracoli a detta di molti fedeli, teneva moltissimo.
Conosciuta ai più come Natuzza, donna esile e semplice ma devota alla figura di Gesù Cristo, ebbe la sua prima visione della Madonna nel lontano 17 gennaio del 1944, in cui le fu rivelato che nel futuro sarebbe sorta una casa di accoglienza per le persone sofferenti e una chiesa intitolata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime.
Dal 1986 la donna iniziò a reperire fondi per dar vita alla struttura coinvolgendo i fedeli e tutti gli abitanti di Paravati. Nonostante la sua morte avvenuta il 1° novembre del 2009, i lavori per l’edificazione delle strutture sono proseguiti grazie all’impegno della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”.
Un’infanzia difficile quella di Natuzza, nata nel 1924 e, ad un mese dalla nascita, abbandonata dal padre emigrato in Argentina a cercar fortuna e mai più ritornato in Calabria. Le prime visioni mariane e di Gesù Bambino che gioca insieme a lei le ha già dall’età di 5-6 anni. Quando riceve il sacramento della Prima Comunione è soggetta ai primi fenomeni fisici dalla forte connotazione mistico-spirituale, la bocca le si riempie di sangue. Ancora nel 1940 la giovane donna riceverà il sacramento della Cresima e avverte un brivido profondo in tutto il corpo, sulla sua camicia si era infatti disegnata una grande croce di sangue.
Sarà soggetta a visite psichiatriche e anche ad un atteggiamento di forte diffidenza da parte della Chiesa, ma Natuzza continua in modo umile e semplice a vivere la sua vita, sposandosi e mettendo al mondo 5 figli.
Ciò non cambierà quello che per la scienza è un fenomeno ancora da capire e da spiegare appieno, mentre per lei sarà prassi. Infatti durante ogni Settimana Santa, la donna vivrà fisicamente la Passione di Cristo cadendo in uno stato di estasi, mentre le stimmate si trasformano a contatto con bende e fazzoletti, in testi di preghiere in lingue diverse, da puntualizzare che Natuzza era completamente analfabeta, ostie ed ostensori, corone di spine e cuori.
La donna durante la sua umile e semplice vita ha ricevuto e dato conforto a migliaia di pellegrini. Resta famosa la frase in cui affermava, poco prima di morire: «Quando sarò dall’altra parte farò più rumore».