Quasi un milione di prestazioni l’anno: ecco cosa gira attorno alla rete dei Pronto soccorso dell’Asp Cosenza
Tra presidi sottopressione e in carenza cronica di personale e altri che restano aperti solo per i codici bianchi. Tutti i numeri. Non mancano sorprese… anche eclatanti. Riapertura Cariati e Trebisacce? Priorità assoluta. Ecco perché
CORIGLIANO-ROSSANO – Pronto soccorso, croce e delizia della sanità pubblica nella Calabria Citra. Dal Tirreno allo Jonio passando per il Pollino, la Sila e la Piana di Sibari, sono 12 i presidi che operano all’interno di altrettante strutture ospedaliere, molte quali dismesse a seguito dell’attuazione del famigerato Piano di Rientro regionale del 2010. Se ne parla ogni giorno per le difficoltà di gestione che queste strutture palesano a causa della carenza cronica di personale e di servizi spesso dislocati in modo cervellotico. Per avere un’idea di quanto avviene nei punti di primo intervento del territorio bruzio abbiamo consultato il report degli accessi e delle prestazioni, pubblicato dall’Azienda provinciale di Cosenza per l’anno 2021. Quasi 90 mila accessi l’anno e circa un milione di prestazioni sanitarie erogate in 365 giorni, di questo parlano i numeri sciorinati dalla sede aziendale di via degli Alimena. Ovviamente parliamo di dati sui quali ha influito - non poco – l’emergenza sanitaria da Covid-19 ma che rendono benissimo l’idea della mole di lavoro prodotta.
Gli ospedali spoke di Corigliano-Rossano sono quelli che, su scala provinciale, sembrano patire più di tutti le difficoltà di questo sistema atavicamente deficitario. Certo, parliamo della città più grande della provincia, situata in un’area periferica rispetto all’area nevralgica dei servizi sanitari; con un comprensorio vasto che ha pagato il prezzo più alto della spending review in salsa calabrese applicata al diritto alla Salute. Cosa da far accapponare la pelle ma che è successa, 12 anni fa.
Gli accessi
I due pronto soccorso di Corigliano-Rossano nello scorso anno hanno fatto registrare ben 23.080 accessi (11.753 Corigliano e 11.327 Rossano), che rappresentano suppergiù il 10% rispetto alla popolazione del territorio. Percentuale che si alza ancora di più se si calcola la pressione derivante dai due presidi soppressi di Cariati e Trebisacce che comunque hanno sempre tenuti operativi i punti di primo intervento: Trebisacce (5.699 accessi) e Cariati (6.836 accessi). Territorialmente, quindi, ci sono stati 35.615 accessi. Un dato complessivo volutamente calcolato per dare il riscontro delle prestazioni generali che sono costretti ad erogare i nosocomi di Co-Ro considerato che l’utenza dei punti di primo intervento, a meno che non siano codici bianchi e verdi, viene dirottata proprio sui due centri della grande città ionica. Una pressione non indifferente che giustifica – semmai ce ne fosse stato bisogno – l’esigenza di riaprire subito questi due ospedali periferici così come messo in agenda dal Governatore Occhiuto (leggi qui).
A seguire, poi, ci sono gli ospedali spoke di Paola-Cetraro che nel 2021 hanno accolto in Pronto soccorso 19.589 utenti (Paola 10.434 e Cetraro 9.155). Così come per lo Jonio, anche nel territorio distrettuale del Tirreno gravita un altro ospedale (soppresso), quello di Praia a Mare che a sua volta produce una mole di accessi in Pronto soccorso (4.756) e successivi interventi che nella maggior parte dei casi necessitano della consulenza ospedaliera.
A seguire, tra i grandi ospedali della provincia, lo spoke di Castrovillari che ha prodotto una mole di 11.436 accessi, con una media di prestazione che – come vedremo – è grossomodo in linea con i servizi sanitari che richiede l’utenza di pronto soccorso (su tutte consulenze di tipo traumatico, radiologico, cardiologico, medico, pediatrico o semplicemente ambulatoriale). Insomma, il “Ferrari” potrebbe essere un piccolo modello di gestione ospedaliera territoriale.
Poi ci sono gli ospedali di montagna anche loro a “mezzo servizio” che pur avendo un bacino d’utenza sono costretti a scaricare la loro pressione sugli spoke più vicini (Co-Ro, Castrovillari, Cetraro-Paola) o, di conseguenza, sugli Hub di Cosenza e Crotone. Parliamo del Pronto soccorso di Acri (6.230 accessi), San Giovanni in Fiore (4.080 accessi) e San Marco Argentano (2.711 accessi). C’è poi un altro pronto soccorso, insediato nel punto di primo intervento di Lungro, che nell’ultimo anno ha accolto solo 481 utenti e che rappresenta uno dei risvolti della medaglia e di come, alle volte, si disperdono risorse preziose soprattutto di personale che, diversamente, potrebbe essere impiegato in altre strutture pubbliche in affanno.
Le prestazioni
Ad ogni singolo accesso in pronto soccorso corrispondono una serie di prestazioni, tantissime consulenze che aiutano il personale medico a restituire un quadro clinico quanto più completo per il paziente/utente. I 12 pronto soccorso dell’Asp di Cosenza, dicevamo in premessa, hanno prodotto nel solo 2021 ben 913.012 prestazioni, che in numeri più semplici significa 10,7 prestazioni per ogni utente (consulenze di tipo traumatico, radiologico, cardiologico, medico, pediatrico o semplicemente ambulatoriale). Ed è questo anche il numero delle prestazioni che mediamente viene erogato da un Pronto soccorso che riesce a smaltire tutti i codici di intervento (Bianco, Verde, Giallo e Rosso). Il pronto soccorso di Lungro (778 prestazioni su 481 accessi), ad esempio, è un presidio che riesce solo ad erogare poco più di una prestazione sanitaria in codice Bianco o Verde. Perché l’utenza grave del territorio viene dirottata dal 118 su altri sistemi ospedalieri più attrezzati (Cosenza, Rossano e Castrovillari).
Diversa sorte per l’ospedale di Trebisacce che pur essendo un punto di primo intervento è riuscito comunque ad erogare servizi oltre la media (11,6 per utente).
Poi ci sono i casi che “scoppiano” come quello del pronto soccorso “Giannettasio” di Rossano che ha garantito addirittura 14,3 prestazioni per ogni utente (162.805 totale) che è stato costretto ad accedere in reparto. Del resto il presidio rossanese è vocato da sempre a far fronte alle emergenze più acute, soprattutto di natura traumatica (incidenti per lo più), chirurgica e cardiologica. In linea perfetta con la media, invece, è l’altro pronto soccorso della terza città della Calabria: il “Compagna” di Corigliano. Che eroga 10,7 prestazioni ad utente anche se di natura differenze rispetto a Rossano. Nel presidio ausonico, infatti, opera l’intera area medica dello spoke, così come l’unica unità operativa complessa di Neurologia dell’Asp di Cosenza ed uno dei punti nascita più importanti dell’intera provincia che eroga a sua volta servizi pediatrici e ginecologici.
Dicevamo, poi, dell’ospedale spoke di Castrovillari che, nel contesto sanitario provinciale, nel rapporto bacino di utenza/accessi/prestazioni potrebbe essere assunto come modello di riferimento. Qui la media servizi per ogni accesso in Pronto soccorso è di 11,8 s/a e nel “Ferrari” si riescono ad erogare prestazioni senza particolari affanni legati al personale o ai posti letto.
Di seguito la tabella dettagliata per accessi/prestazioni/media prestazioni:
Sede | Numero Accessi | Numero prestazioni | Media prestazioni |
Ps Acri | 6.230 | 102.182 | 16,4 |
Ps Spoke Castrovillari | 11.436 | 135.979 | 11,8 |
Ps Spoke Cetraro | 9.155 | 69.879 | 7,6 |
Ps Spoke Corigliano | 11.753 | 126.203 | 10,7 |
Ps Spoke Paola | 10.434 | 147.241 | 14,1 |
Ps Praia a Mare | 4.756 | 27.694 | 5,8 |
Ps Spoke Rossano | 11.327 | 162.805 | 14,3 |
Ps San Giovanni in Fiore | 4.080 | 32.105 | 7,8 |
Ppi Cariati | 6.836 | 28.306 | 4,1 |
Ppi Lungro | 481 | 778 | 1,6 |
Ppi San Marco Argentano | 2.711 | 13.273 | 4,8 |
Ppi Trebisacce | 5.699 | 66.567 | 11,6 |
84.898 | 913.012 | 10,7 |
*Dati Asp Cosenza - Report 2021