Trebisacce, nella grande galleria si lavora giorno e notte per rispettare il cronoprogramma
Siamo stati sul cantiere della Galleria Nord di Trebisacce del III Megalotto per verificare l'evolversi dell'opera. Attività continue per rispettare la consegna prevista per l'agosto del 2026. Ecco le immagini esclusive
TREBISACCE - Agosto 2026: è questa la data entro la quale i lavori del III Megalotto, che collegherà Sibari a Roseto Capo Spulico, dovrebbero essere completati. Abbiamo visitato il cantiere e abbiamo chiesto notizie sull'andamento dei lavori.
Il completamento del III Megalotto riveste per il territorio un ruolo di particolare importanza strategica poiché, come indicato nell'ambito della presentazione del progetto «L’infrastruttura, della lunghezza complessiva di 38 Km, è compresa all’interno della rete transeuropea TEN-T. Grazie a quest’opera il Corridoio Ionico andrà incontro a una vera trasformazione, diventando un’infrastruttura stradale di grande comunicazione che avrà una duplice funzione: collegare i litorali ionici della Calabria, della Basilicata e della Puglia, e fare da cerniera tra il sistema dei trasporti dell’autostrada A3 e le Puglie».
Ma qual è lo stato dei lavori?
Partiamo da presupposto che il centro di gravità permanente dell'opera è la galleria naturale di Trebisacce, lunga 3.8 Km, un decimo dell'intero percorso, sita nella zona del torrente Pagliara.
La sua realizzazione è la parte più complessa dell'intervento sia per la lunghezza, sia perché si tratta di una galleria naturale.
Ricordiamo che la galleria naturale è quella che viene realizzata mediante uno scavo a foro cieco, cioè si parte da un versante della montagna, si comincia a fare uno scavo addentrandosi all'interno, senza avere alcun interessamento della parte superficiale. Il termine foro cieco è tale proprio perché non ha alcun contatto con l'esterno. Si tratta dunque della classica galleria che si inserisce nella montagna per sbucare dal lato opposto.
La galleria artificiale, invece, è quella che viene realizzata quando ci sono colline con coperture molto limitate che quindi non consentirebbero un sostentamento autonomo del terreno al di sopra dello scavo. Si procede dunque con uno sbancamento di una porzione di collina entro la quale verrà collocata la struttura, realizzata in opera o prefabbricata. Si procederà successivamente al rinterro della struttura con il materiale precedentemente scavato, in modo da ricostituire l'originario stato dei luoghi, per garantire una facile rinaturalizzazione. Gli alberi di ulivo espiantati, sono stati momentaneamente allocati in aree dedicate per poi essere reimpiantati, dove possibile, tra cui anche sopra le gallerie artificiali.
Questa differenza tra galleria artificiale e naturale, in questa fase operativa, è particolarmente importante per comprendere il perché della centralità della galleria di Trebisacce. Molto del materiale derivante dagli scavi dei 3.8 Km della galleria naturale sarà utilizzato, a seconda della sua qualità, per diversi impieghi previsti in progetto.
La galleria che sorgerà nei pressi di Roseto Capo Spulico, lunga circa 1 km sarà naturale, le altre in direzione nord, come quelle previste nella zona di Amendolara, saranno artificiali.
Allo stato attuale, per le gallerie naturali di Trebisacce e di Roseto, si lavora 24 ore al giorno, con turni di 8 ore, 7 giorni su 7, impiegando circa 35 operai al giorno e oltre 30 mezzi di vario genere, comprese le attrezzature speciali.
Il fronte della galleria viene consolidato attraverso una serie di interventi che sono in grado di sostenerlo durante la fase di scavo. Nello specifico vengono realizzate delle perforazioni sub orizzontali, lunghe 24 metri, nelle quali viene iniettata una boiacca di cemento. All'interno dei fori con la boiacca vengono inseriti dei tubi di consolidamento in vetroresina. Ciò consolida il fronte di scavo. Dopo di che si scava un metro e si procede ad inserire una centina in acciaio, rivestita poi con un calcestruzzo particolare, additivato con sostanze che permettono una presa rapidissima, garantendo una tenuta immediata. Si procede così per un massimo di 16 metri in linea retta, per riprendere di nuovo con il consolidamento.
Sostanzialmente, nella galleria Trebisacce, si alterna una fase di scavo con una fase di consolidamento. Attualmente gli scavi procedono in direzione Sibari, con un solo fronte di lavoro. A breve, con l'apertura dei lavori sulla galleria parallela, quella dove è previsto il senso di marcia in direzione nord, i fronti di lavoro raddoppieranno, per poi, raddoppiare ulteriormente quando verranno avviati i lavori in sotterraneo anche dal versante sud.
I fronti di lavoro saranno elevati ad 8 con l’ulteriore avvio degli scavi nel fianco della montagna, che permetteranno di raggiungere il centro della galleria per operare in entrambe le direzioni dall'interno, partendo dal cuore della galleria.
Per ora gli interventi in sotterranea della seconda galleria, o meglio della seconda "canna", non sono partiti, ma sono in completamento i lavori propedeutici in esterno, necessari per iniziare a scavare.
Il materiale che finora si sta incontrando nel corso delle lavorazioni è di natura argillosa e non sono state riscontate, allo stato attuale, sacche di gas, anche se l'attenzione in merito è massima, perché potrebbe esserci del metano. Il monitoraggio è costante.
Visitando i cantieri la sensazione che si percepisce è quella di un'opera tanto complessa quanto mastodontica, che procede inesorabilmente rispettando i tempi previsti, seguendo il cronoprogramma degli interventi redatto e, allo stato attuale, senza creare particolari disservizi per i cittadini del territorio. Resta certo che i cantieri, che si presume aumenteranno costantemente di numero nel tempo, sono destinati ad accompagnare la vita dell’Alto Ionio per diversi anni.