«Se non ora, quando?»: gli oss calabresi e quell’assunzione che non arriva mai
Sono passati circa tre anni ormai, e gli oss di Vibo Valentia presenti in graduatoria e che potrebbero essere assunti anche in provincia di Cosenza si rivolgono al presidente Occhiuto: «Noi vogliano solo lavorare»
CALABRIA - «Sono passati 2 mesi da quando il commissario della sanità nonché il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha dato mandato alle aziende ospedaliere e aziende sanitarie provinciali di assumere personale. Chiara e aberrante è la realtà dei nosocomi nostrani. Il piano di ricognizione e riconversione credo sia in atto e ci domandiamo il perché ancora oggi con una graduatoria che per ordine cronologico avrebbe la priorità ad essere assorbita tutta invece sia in un’attesa estenuante».
È questo l’appello - rivolto al presidnete Occhiuto - degli oss di Vibo Valentia che hanno partecipato alla graduatoria e che ancora non hanno ottenuto un posto di lavoro. Tutti gli assistenti sanitari ausiliari di Vibo Valentia presenti in questa graduatoria, che potrebbero essere assunti anche nelle altre aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, comprese quelle di Cosenza. Cosa stiamo aspettando?
A parlare, sono proprio loro, gli idonei della graduatoria, che continuano: «È dal 2019 che attendiamo una convocazione a tempo indeterminato. Dall’amministrazione le comunicazioni sono chiare, Vibo deve rendere noto il suo fabbisogno per il 2022 ma le chiamate si attestano tra le 15 e le 20 unità; però già da prima la graduatoria a sua volta è stata messa a disposizione per le altre aziende sanitarie calabresi dall’Asp di Cosenza a quella di Crotone, da Asp Catanzaro ad Ao Pugliese Ciaccio e Ao Materdomini la quale con una legge regionale è stata accorpata alla Pugliese Ciaccio ed infine sulla provincia di Reggio Calabria con la sua Asp e il Gom (Grande Ospedale Metropolitano)».
«L’ Asp Cosenza ha pubblicato con delibera del commissario straordinario n 443 del 2 marzo 2022 il fabbisogno di 130 operatori socio sanitari. Noi, possiamo anche osservare che in questo biennio post pandemia le difficoltà non sono mancate quindi le delibere hanno fatto fronte all’emergenza ma la carenza abnorme che la sanità calabrese si porta da decenni non ha mai avuto un risvolto positivo… se non ora quando? Far diventare realtà un’ordinaria amministrazione, servizi sanitari rivolti alla comunità».
«Il fondo pnrr è disponibile, è solo da attuare se si prevedono le riaperture in tutte e 5 le province di nosocomi chiusi come Cariati (Cs) che è stato riconvertito come covid e successivamente Trebisacce, Praia a Mare e continuando con le altre province calabresi. Saranno necessarie molte figure sanitarie partendo dalle nostre, gli oss che rappresentano la base dell’assistenza ospedaliera e quant’ altro, moduli che vanno da 10 a 20 posti letto dove si riqualificheranno i presidi chiusi in ospedale di comunità o casa della salute e c’è una lista ben precisa che nei mesi passati è stata analizzata in Regione e dovrà attuarsi nei mesi a venire».
«Dovrà essere proprio una rivoluzione sanitaria dopo anni di buio - per concludere - ci auguriamo che un progetto per la nostra terra si consolidi e per noi finalmente si riapra la strada di casa. Noi, non cerchiamo niente di particolare, solo poter lavorare vicino ai nostri cari; vorremmo vedere la Calabria non terra di emigrazione ma poter essere fieri di contribuire per i nostri conterranei, specialmente quando si parla di salute».
(Fonte ossnews24, foto lab formazione)