Lettera dei pedagogisti al Capo dello Stato in cui si chiede più dignità
L'Anpe si rivolge a Mattarella per ottenere un riconoscimento fattivo nel sistema educativo e scolastico
CORIGLIANO-ROSSANO - «Pedagogisti ed educatori socio educativi, al pari degli psicologi e psicoterapeutici, sono professionisti necessari al sostegno delle difficoltà relazionali acuitesi nel periodo della pandemia e in generale ad un equilibrato processo educativo di cui la scuola, in ogni ordine e grado, è garante».
E’ quanto afferma il consiglio direttivo nazionale dell’Associazione nazionale dei pedagogisti italiani, Anpe, in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell’Istruzione, università e ricerca e della Salute.
Continua l’Anpe: «La disattenzione del governo e dei ministeri competenti sulla necessità di promuovere interventi di carattere primariamente pedagogico è stata di nuovo evidenziata con i recentissimi provvedimenti di finanziamento dei servizi di psicologia, finalizzati al bonus psicologo e alla creazione della figura dello psicologo scolastico».
«Sicche’ – sottolinea l’associazione nazionale dei pedagogisti italiani – la pedagogia e i pedagogisti vengono estromessi dalla scuola, da sempre l’àmbito elettivo di tale professionalità, ritenendo che un pieno sostegno alle difficoltà espresse, soprattutto dalle giovani generazioni, necessiti di una sinergia professionale e non di una univocità operativa».
«Come pedagogisti - afferma il documento dell’Anpe - riteniamo che sia limitativo pensare che la dimensione psicologica sia l’unica a caratterizzare la personalità di ognuno e che questa non possa essere ridotta ad una connotazione meramente patologica, ascrivibile alla sola dimensione sanitaria».
«Fenomeni come il bullismo, la violenza nei confronti delle donne, l’omofobia, il razzismo - afferma l’Anpe - e tutte le discriminazioni in genere hanno origine soprattutto da una educazione carente, quando non totalmente assente, ma soprattutto sono l’esito della mancanza di modelli educativi positivamente significativi. Di qui la necessità di promuovere e favorire una sinergia paritetica tra le varie professioni impegnate a sostenere la crescita armoniosa della persona nel contesto sociale».
L’associazione dei pedagogisti sottolinea inoltre: «L’assenza di pari dignità tra le lauree chiamate ad operare nel contesto della crescita e del sostegno dell’individuo e della società, in quanto i laureati magistrali in Scienze dell’Educazione e della formazione sono privi del riconoscimento ordinistico, determinando quindi una disparità che non trova giustificazioni per una professione, quella di pedagogista, che a pieno titolo è annoverabile ad altre che svolgono servizi di pubblica utilità, contemplati dalla Carta costituzionale’. Il 6 luglio dello scorso un gruppo di deputati ha presentato una proposta di legge per l’istituzione dell’albo professionale, ma è ancora tutto fermo».