De Rose (cicas) fotografa la difficile situane delle piccole-medie imprese
Il responsabile nazionale analizza il difficile momento economico-finanziario dell'imprenditoria in Italia e mette in guardia il governo perchè siamo a rischio collasso
CORIGLIANO-ROSSANO - «Pmi al collasso tra caro materie prime e termine moratorie. Subito sospensione delle posizioni in centrale dei rischi e crif». Con queste dichiarazioni, Anna Maria De Rose, responsabile nazionale Cicas terzo settore finanza agevolata, fotografa l'attuale situazione sociale ed economica del Paese.
«Si è già discusso molto sulla crisi dell'intero tessuto economico italiano, che negli ultimi due anni è stato messo a dura prova dalla Pandemia e dalle restrizioni indotte dalla stessa, ma ancora troppo poco sul colpo di grazia che spazzerà via migliaia di pmi che è la tempesta perfetta alla quale stiamo assistendo negli ultimi mesi – afferma De Rose - ci si riferisce in particolar modo all'aumento vertiginoso delle materie prime in tutti i settori produttivi, che va dal caro carburanti al caro dell'energia per passare attraverso il caro dei fertilizzanti e scarsità di materie prime in agricoltura dovute alla guerra in Ucraina. A tutto questo va ad aggiungersi la scadenza del termine della sospensione delle moratorie concesse alle imprese ed alle famiglie causa covid su mutui e leasing, e il mancato pagamento delle rate della rottamazione che pone già a rischio fallimento circa 500.000 aziende».
«A soffrire dell'attuale situazione sono infatti tutti i settori produttivi, contrariamente alla crisi scatenata dalla pandemia che aveva coinvolto solamente alcune categorie quali il canale Ho.Re.Ca ad esempio, e che aveva lasciato sul selciato, già agonizzanti, migliaia di imprese – dichiara il responsabile nazionale Cicas - si sono aggiunti infatti negli ultimi mesi migliaia di aziende operanti nel settore dei trasporti e della logistica, nel settore della pesca, in agricoltura, nel turismo, nonché le imprese sociali operanti nel Terzo Settore che a fronte di ricavi bloccati per convenzioni con Enti Pubblici si ritrovano triplicati i prezzi dei servizi e sono in forte affanno. Tutte le PMI quindi si ritrovano strette in una morsa che le stritola, fatta da un lato dall'aumento vertiginoso dei prezzi e dei servizi dall'altro dal ripristino delle rate dei leasing e dei mutui, che se non pagate spingono le stesse ad essere segnalate in quelle che sono le spirali mortali per le aziende e cioè Centrale dei Rischi (CR) e Crif, due banche dati che decidono di fatto la morte o la sopravvivenza di un'azienda, poiché ricordiamo che essere considerati dalle stesse "cattivi pagatori" ti nega l'accesso a qualunque forma di credito o sovvenzione futura».
«A tutto ciò il governo non ha pensato come porre rimedio cercando esclusivamente di risolvere il rincaro dei prezzi, ma il problema vero è il mancato futuro accesso al credito, che sarà inibito a migliaia di aziende alle quali non resterà altro che dichiarare fallimento lasciando per strada migliaia di lavoratori che si riverseranno nel sistema del welfare italiano e regionale che non si sa se ad oggi sarà in grado di reggere l'onda d'urto – conclude De Rose – per risolvere il problema bisogna innanzitutto la sospensione e il congelamento dell'iscrizione in Crif delle aziende e persone fisiche segnalate per mancato pagamento di Leasing e prestiti negli ultimi due anni, per un periodo da protrarsi almeno sino al 2024 per dare il tempo alle stesse di rimettersi in bonis, quale seconda priorità riapertura e rimodulazione di tutte le rateizzazioni in essere con termine per le riproposte sino a giugno 2022, concedendo maggiori dilazioni al fine di consentire a tutti di rimettersi in pari con le scadenze e ricominciare serenamente a pagare. Diversamente prepariamoci ad un lungo periodo di crisi sociale dal quale sarà difficilissima la ripresa».