Consorzi di bonifica, ultimatum dei sindacati: «Gli stipendi oppure salta stagione irrigua»
Prosegue ad oltranza la protesta degli operai da Mormanno a Cammarata per finire a Trebisacce: tre enti in subbuglio
CASTROVILLARI – Ancora senza stipendio, ancora un sit-in di protesta quello inscenato dai lavoratori del consorzio di bonifica dei bacini settentrionali del cosentino. Non solo gli operatori di Mormanno, ma anche quelli di Trebisacce e Scalea erano presenti questa mattina a Cammarata, presso la sede del consorzio, supportati costantemente dai sindacati. Nonostante qualche mensilità erogata, resterebbe ancora tanto da percepire per i lavoratori che sono scesi a manifestare insieme alle sigle sindacali.
«Manifestiamo al solito posto ma con tre consorzi – ha dichiarato Antonio Pisani, segretario Fai Cisl Cosenza - qui dove abbiamo iniziato la nostra attività sindacale al fianco dei lavoratori che attendono gli stipendi da più di 12 mesi. Dal'ultima volta abbiamo recuperato qualche mensilità grazie a delle anticipazioni che la Regione ha erogato ma questo non risolve i problemi dei consorzi. A breve mancherà l'irrigazione, in un territorio che è altamente a vocazione agricola, dove ci sono produzioni d'eccellenza. Se non avremo rassicurazioni e risposte immediate si metterà a rischio tutta la produzione di quest'area».
«Il sistema consorzi di bonifica, in Calabria, va assolutamente rivisto - ha detto invece Federica Pietramala, segretario Flai Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno - Siamo alle porte della campagna irrigua e sono anni che i lavoratori, a proprie spese, garantiscono il servizio. Quest'anno non lo faranno, perchè gli stipendi si sono accumulati e non si ha la capacità economica di sostenere il lavoro, soprattutto visti i rincari recenti».
I sindacati, quindi, si dicono preoccupati per la le sorti di questa prossima campagna, dal momento se da una parte i lavoratori sono disponibili all'impegno e alla fatica, dall'altra non dispongono delle forze economiche pratiche per recarsi nei luoghi di lavoro. Quel che è certo è che la protesta continuerà finchè, dicono gli operatori, non otterranno quello che gli spetta.