Cadono le bombe ma per noi è una domenica di speranza: riportiamo a casa Yuri
Lo abbiamo intercettato ai confini con l'Ucraina e grazie ai corridoi umanitari della Protezione civile, il ragazzo che vive e lavora da anni a Corigliano-Rossano tornerà con noi in Italia. Cracovia sempre più capitale di speranza e solidarietà
CRACOVIA – Quello che sta emergendo da questo viaggio è un intreccio di emozioni ed azione senza fine. Le immagini in esclusiva che vedrete durante la trasmissione Eco in diretta in onda domani sera (lunedì 21 marzo) alle 21 su L'Altro Corriere Tv, e martedì alle 18.30 sulle piattaforme streaming dell'Eco dello Jonio, potranno darvi un feedback di ciò che sta davvero succedendo qui: una mare di profughi in cerca di aiuto, volontari che perdono letteralmente il sonno per tamponare l’emorragia umana che si riversa fuori dall’Ucraina, una corsa contro il tempo per far arrivare gli aiuti dal sud, quelli calabresi che sono davvero tanti, molti di questi targati Corigliano-Rossano e territorio limitrofo, da Sibari fino a Cariati, passando per la Sila Greca.
Ho visto arrivare il nostro cuore fin qui, il sacrificio di tutti che, nonostante i problemi che abbiamo e tutto quello che “non abbiamo”, siamo presenti anche in una terra che da noi dista una vita, dove i pianti dei bambini sfamati, ma terrorizzati ancora, fa eco nella testa anche a chilometri di distanza.
Ma poi succede che da quella sgradevole sensazione che serpeggia di non aver fatto abbastanza, accade qualcosa fuori programma e ti fa pensare che forse, non tutto è perduto, che per quanto troppe volte etichettati come la parte povera dell’Italia, noi calabresi andiamo oltre ogni tipo di queste brutte etichette.
E’ stato un lavoro di rete nato dal cuore, un coordinamento tra Elena, il direttore del giornale Marco Lefosse e noi che siamo qui, partiti nel giro di qualche ora quasi per caso. Ma sappiamo che il caso non esiste e forse per questo, siamo riusciti a tracciare il cammino di Yuri (leggi qui la sua storia) fino a Cracovia ed è qui che l’abbiamo abbracciato e preso con noi, per portarlo giù in Calabria, dalla sua amata famiglia, dai suoi amici fraterni calabresi.
E’ stata un’emozione che ancora circola nel profondo, perché tutti temevano che Yuri difficilmente sarebbe ritornato a casa. Dal caos della stazione di Cracovia verso la via di casa, mi è facile pensare in questo momento, è stata davvero, la mano di Dio!