In viaggio lavorando da remoto alla scoperta del misterioso Battistero di Santa Severina
Approfittando del workation la Calabria diventa un luogo ancora più interessante da scoprire che ci riserva sempre qualche sorpresa
CORIGLIANO-ROSSANO – Mentre ci avviamo verso la fine dello “stato di emergenza pandemico”, noi italiani ci riossigeniamo la mente e il corpo, pensando a come conciliare il tempo libero con il lavoro.
Popolazione amabile la nostra, come il buon cibo che produciamo, forse è per questo motivo che ci ritroviamo ad essere in linea, se non promotori, della nuova tendenza che imperversa nel mondo del lavoro, il workation, da non confondere con lo smart-working. La differenza consiste nel fatto che lavorando da remoto, si può andare in vacanza senza prendersi giorni di ferie, come succede appunto con lo smart-working.
Gli italiani tornano a viaggiare e, da quanto detto sopra, cambiano il modo di farlo, ad esempio scegliendo mete nazionali, non troppo distanti da casa, location che li mettano in contatto con paesaggi naturali e ambientali possibilmente non contaminati ecologicamente.
Occhio attento anche per i mezzi di trasporto, per i viaggiatori italiani devono essere a basso impatto ambientale, perché cresce sempre di più l’attenzione verso le basse emissioni di CO2, anche pagando un surplus di spese di viaggio.
Noi calabresi abbiamo tutte le carte in regola per poter fare una breve vacanza con auto e moto, senza dimenticare i camper, in luoghi vicino casa, integri sia da un punto di vista paesaggistico-ambientale che da un punto di vista artistico-culturale.
Sulla fascia dell’Alto Jonio non sono poche le località da visitare, tra le tante anche Santa Severina, al confine tra la provincia di Cosenza e Crotone. Raggiungibile in moto o in macchina, diversi sono i percorsi, più veloce quello della SS 106 direzione Reggio Calabria, perché un rettilineo, seppur con tanti disagi di viabilità. Ne approfittiamo e partiamo, dispositivi a portata di mano, montiamo in sella alla nostra moto.
L’antico castello normanno del XI secolo, detto di Roberto il Guiscardo, conservato in modo eccellente dall’amministrazione comunale, sovrasta tutto il paesaggio sottostante. Interessante la Piazza della Chiesa e la Cattedrale di Santa Anastasia.
Ma ciò che lascia davvero senza fiato, dopo il viaggio in moto e la visita al Castello, è il Battistero Bizantino, del X sec. d.C. che individuiamo quasi per caso. Unico monumento bizantino, almeno in Italia, a pianta circolare con quattro bracci sporgenti lungo gli assi principali, tali da formare una croce greca.
Quasi nascosto dalla Cattedrale, nel Battistero si trovano tracce di affreschi incredibili del X ed il XII secolo, tra le 8 colonne circolari, quasi tutte in granito di marmo mentre il tutto è sovrastato dalla cupola bizantina. Luogo di culto cristiano delle origini, si suppone che ancor prima, appartenesse ad una chiesa autonoma perché manca la vasca battesimale.
Quando si entra all’interno, si resta completamente affascinati da questa architettura così particolare, fuori dal tempo. Un frammento di conoscenza venuto alla luce grazie all'archeologo Paolo Orsi, nel 1911 che ne intuì il valore storico e architettonico.