Il cuore grande di Cariati: colletta popolare per arredare l'ospedale (prossimo a riaprire)
È l'ennesima, lodevole iniziativa promossa dai Comitati Uniti per il "Vittorio Cosentino" in vista alla riapertura dell'ospedale: «La gente aderisce con entusiasmo. Acquistiamo arredi, suppellettili e anche tre televisioni»
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CARIATI - I letti, le strumentazioni medicali e (si spera) pure il personale li mette l'Asp di Cosenza, a riempire l'ospedale di calore e di comfort, invece, ci pensano i cittadini. È così che nasce la nuova iniziativa promossa dai Comitati Uniti per il "Vittorio Cosentino" e che coinvolge tutta la cittadinanza cariatese. Proprio gli attivisti, infatti, in queste ore propedeutiche alla riapertura dell'ospedale - che in questa fase sarà riconvertito in Covid Hospital - hanno avviato una colletta in città per l'acquisto di arredi, suppellettili e di tre televisioni (due per il reparto Covid e una per i pazienti per la residenza sanitaria per anziani medicalizzata).
«La cittadinanza sta rispondendo in maniera entusiastica» dicono dal coordinamento dei Comitati orgogliosi perché Cariati sta dimostrando davvero un cuore grandissimo, anche in questo momento.
Una solidarietà che coinvolge anche le scuole e le famiglie degli studenti. «Siamo stati contattati da presidente del Consiglio d'Istituto Rossella Sero e dal Presidente del Comitato Genitori Concetta Cuparo - dicono ancora dai Comitati - che ci hanno comunicato l'intenzione di avviare altre simili iniziative dal basso che sono il segno dell'appartenenza e della considerazione per la determinante battaglia, di un intero territorio, per il "Vittorio Cosentino" e per la sanità pubblica».
Non solo Covid, pensare da ora al vero futuro dell'ospedale
La partita del Covid Hospita appare ormai vinta. Ora bisognerà spingere affinché la riapertura del "Cosentino" non sia solo una chimera o un'illusione momentanea. L'obiettivo dichiarato anche dallo stesso governatore della Calabria nonché commissario della sanità, Roberto Occhiuto, è quello di inserire il nosocomio cariatese nell'ormai imminente piano della rete ospedaliera e di connotarlo come ospedale di zona disagiata. Per fare questo, però, occorre prepararsi. «La necessità primaria - dicono ancora dal coordinamento dei comitati civici - è che, dopo dodici anni, anche le istituzioni preposte, Asp in primis, abbiano un'attenzione maggiore per una struttura che, lo ripetiamo, ha tutte le caratteristiche per offrire sanità pubblica a tutto tondo, partendo come assoluta priorità dalla emergenza/urgenza, con minimi investimenti. Ci aspettiamo nei prossimi giorni - concludono - segnali riferiti a una migliore funzionalità del Laboratorio Analisi, della Radiologia e della Cardiologia».