La «follia» dei supermercati del nord: clementine a 80 centesimi al kilo
Nei giorni scorsi la catena Tigros ha messo in vendita le primizie ad un prezzo stracciato. La denuncia dell'imprenditore Gallo: «Operazione che lede la dignità della filiera produttiva». Ma il problema è che in Calabria ognuno è battitore libero
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CORIGLIANO-ROSSANO - Le clementine a novembre, le primizie a 80 centesimi di euro al kilo. Non è uno scherzo. È "l'operazione marketing" della catena Tigros che nello scorso fine settimana ha portato sui banchi della propria catena di supermercati, nel nord Italia, gli agrumi del nostro territorio ad un prezzo stracciato. Non capiamo nulla di mercato e di economia ma una domanda ce la poniamo: se le primizie si vendono ad un prezzo "folle" (come recita il volantino) a quanto si venderanno i prodotti quando la stagione sarà nel suo clou? Forse ce le tireranno dietro!
La promozione in questione, dicevamo, si trova nel volantino di Tigros, insegna lombarda con una settantina di punti vendita. Si tratta, come si dice in gergo, di un'offerta spinta. La catena ha deciso di tagliare il prezzo della cassetta da 2,5 chilogrammi (una delle più complesse da confezionare con pezzatura a calibro fisso e con un numero massimo di pezzi) del 49%: passando da 3,99 euro a 2 euro.
La cosa ha fatto imbestialire e non poco i produttori della Sibaritide dove si produce la vera clementina di Calabria (anche se non si sa per quale strano algoritmo politico quando venne isituita l'Igp tale differenziazione non venne presa in considerazione). Ad alzare la voce su tutti è stato Natalino Gallo, uno dei più forti imprenditori agrumicoli della Piana ionica.
«Con iniziative di questo genere – ha detto l'imprenditore, rilasciando un'intervista a corriereortofrutticolo.it, una delle più importanti riviste di settore – il rischio è creare un precedente, creare ulteriore tensione sui prezzi e mettere ulteriormente in ginocchio gli agricoltori, già alle prese con stagioni difficilissime. Per fortuna al momento molte altre catene distributive stanno lavorando con responsabilità, con quotazioni ragionevoli».
Il vero problema, però, sembra essere di natura organizzativa, da un lato, e politica, dall'altro. Da anni si invoca per questo territorio e soprattutto per i produttori agrumicoli della piana di Sibari e di Corigliano-Rossano, dove - dicevamo - si produce il 90% della clementina calabra, un'organizzazione differente. Qui la maggior parte degli agrumicoltori, spesso anche i più piccoli, sono battitori liberi. Lavorano attraverso la contrattazione singola del proprio prodotto. Non c'è la cultura del consorzio, del gruppo. Che mai come in questo caso potrebbe essere foriero di una nuova politica dei prezzi. Già, perché se oggi a stabilire il costo delle clementine sono i commerciali delle grandi catene di distribuzione, imponendolo senza alcuna trattativa, magari attraverso una forma associativa questo rapporto di vessazione potrebbe essere quantomeno mitigato o addirittura invertito.
Ed è proprio qui, allora, che potrebbe intervenire la politica attraverso nuove proposte. Come quella di incentivare proprio la nascita di un consorzio della clementina della Sibaritide, di Corigliano-Rossano, con un relativo marchio di qualità a denominazione comunale. Un'entità forte di tutela del prodotto ma anche della filiera che da qualche anno, ormai, vive una crisi profondissima.
Molti produttori - soprattutto i più piccoli e meno tutelati - sono sul lastrico e quest'anno, causa anche l'innalzamento del costo delle materie prime, potrebbero lasciare gli agrumi a marcire sugli alberi. E tutto questo a solo beneficio dei grossisti e delle catene commerciali che, a quel punto, continuerebbero a fare il bello ed il cattivo tempo.
Serve, allora, un intervento urgente, immediato, deciso da parte della Regione Calabria che proprio in queste ore ha visto definirsi la nuova squadra di Governo. Occhiuto alla guida del delicato settore agricolo ha preferito tracciare il solco della continuità, confermando Gianluca Gallo (in foto in alto) a capo di questo difficile e strategico assessorato. Proprio Gallo è un figlio della Sibaritide ed è opportuno che si faccia carico subito di questa grande questione prima che sia troppo tardi. Prima che molte aziende si trovino costrette a chiudere per sempre.