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Allarme dal Polo Covid di Co-Ro: «Siamo nel pieno dell’ondata pandemica dei non vaccinati»

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CORIGLIANO-ROSSANO - «Siamo nel pieno dell’ondata pandemica dei non vaccinati». A dirlo e a lanciare l’allarme è il direttore dell’unità operativa di Pneumologia Covid-19 dell’ospedale spoke “Giannettasio” di Corigliano-Rossano, Giovanni Malomo, scaraventando un fulmine sulla terra nel mentre fuori tutto sembra scorrere senza particolari problemi.

A Malomo chiediamo subito qual è la situazione all’interno del Reparto. Ci risponde con tono perentorio: «Non abbiamo più posti disponibili. Le 18 postazioni di cui è fornito il Polo Covid di Rossano sono tutte occupate da persone che hanno bisogno di cure e che sono quasi tutte al limite del trattamento rianimativo». E di posti letto, stando così le cose e l’andamento pandemico, a quanto pare a breve ne serviranno molti di più.

Nel chiedere maggiori informazioni al primario sulla tipologia dei pazienti c’è un dato che lascia stupiti e perplessi, ancor più di quello che la stragrande maggioranza di loro non siano coperti da vaccino: «L’età media dei degenti è di 40 anni. Abbiamo ragazzi di 16 anni – dice preoccupato Malomo – e qualcuno di 60 anni ma la maggior parte di loro sono giovani adulti. il 90% dei degenti – precisa ancora il medico che è nella trincea del Covid-19 – non ha fatto alcun tipo di vaccino, né prima né seconda dose. Di fatto, siamo nel pieno della dell’ondata pandemica dei non vaccinati». Che potrebbe essere solo la prima di un'altra ondata ancora più importante, pericolosa e dirompente che potrebbe verificarsi nei mesi invernali.

L’attenzione del primario, infatti, si focalizza su alcune situazioni di vero allarme che potrebbero essere indicatori di una condizione più complessa e difficile da gestire. «Abbiamo cluster familiari importanti – precisa Giovanni Malomo – sparsi su tutto il territorio. E questo è indicativo del fatto che il virus continua a circolare e può far male soprattutto tra chi non è immunizzato». E non sarebbe solo una peculiarità di Corigliano-Rossano e del territorio della Sibaritide-Pollino. Anche Cosenza, dai dati raccolti, è al limite dei posti letto con degenti per la maggior parte senza alcuna dose di vaccino. Così come nel reparto di Medicina di San Giovanni in Fiore ci sarebbe una situazione critica da Covid che è sotto stretta osservazione da parte delle autorità sanitarie.

Non si fa mistero, però, che all’interno degli ospedali siano anche ricoverate persone che il vaccino lo hanno ricevuto nella prima e nella seconda dose. Lo spiega bene Malomo: «Certo che ci sono – precisa – e sono per lo più malati che portano con loro altre patologie immunitarie che annientano le difese e che sono arrivati tardi per la terza dose».

Insomma, l’emergenza non cessa e la speranza è che non si riviva più l’incubo dei mesi scorsi. «Certo – aggiunge e conclude Malomo – c’è bisogno di maggiore buonsenso da parte di tutti. In questo periodo è stata abbassata la guardia sociale. Siamo ritornati a fare la vita di sempre, facendo venire meno anche le protezioni individuali che servono – precisa – ovviamente a chi non è vaccinato ma anche a chi ha affrontato il percorso di immunizzazione». E questo perché il virus rischiamo di beccarcelo tutti!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.