Zona Rossa: cosa si può fare (e cosa no) dal 7 aprile
Stop a spostamenti e a visite. La novità maggiore riguarda le scuole: le Regioni non potranno effettuare chiusure in autonomia. In pratica è un lockdown soft
CORIGLIANO-ROSSANO – Il nuovo Decreto Legge a firma Draghi contiene delle nuove misure che entreranno in vigore dal 7 Aprile e riguarderanno scuola, spostamenti, lavori e altro.
Per quanto riguarda i “colori” delle diverse regioni non saranno previste zone gialle o bianche, ma solo zone arancione e rosso fino al 30 aprile. Solo martedì 20, dopo una verifica ulteriore della curva dei contagi, si potranno valutare eventuali modiche e si deciderà anche sulle misure da adottare in vista del 1° maggio.
Per quanto riguarda gli spostamenti: Permane il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 del mattino, salvo per motivi di lavoro, salute o necessità (motivazioni da specificare tramite autocertificazione); resta in vigore il divieto di muoversi tra regioni (fatte le dovute eccezioni per necessità); per chi vive nei piccoli comuni è possibile spostarsi in un raggio di 30 Km dalla propria abitazione; le visite a parenti e amici sono vietate nelle zone rosse, mentre in quelle arancioni è possibile spostarsi per un massimo di 2 adulti che potranno portare figli minori di 14 anni, o persone disabili o non autosufficienti conviventi.
Per quanto concerne le attività: possibile l’asporto per i bar fino alle 18, per i ristoranti fino alle 22; parrucchieri ed estetisti chiusi in zona rossa, aperti in arancione; aperti anche in zona rossa gli alimentari, tabacchi farmacie e ferramenta; cinema, teatri, palestre restano chiusi.
La novità maggiore si ha nelle scuole: riaprono asili nido, primarie e prime medie anche nelle zone rosse. Inoltre è vietato per le singole regioni effettuare chiusure su queste classi fino al 30 aprile. Per le zone arancioni è prevista la didattica in presenza anche per seconda e terza media, mentre per le superiori si procederà con il 75% degli alunni in presenza e il restante in didattica a distanza.
Nello stesso decreto viene specificato, inoltre, che sono sbloccati i concorsi (che erano rimasti fermi a causa della pandemia) che riguarderanno le amministrazioni centrali di Stato, Regioni, Provincie e Comuni.
Per quanto riguarda gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino, è previsto lo spostamento in altre mansioni. In alcuni casi potrebbero scattare anche sanzioni pecuniali.
(fonte foto AgrigentoNotizie)