5 ore fa:Tentata rapina in un bar a Rossano scalo: intervento eroico di un finanziere fuori servizio
4 ore fa:L'ufficio postale di Villapiana lido chiuso per lavori infrastrutturali
8 ore fa:Gli intellettuali di Rossano riuniti per ricordare il proprio impegno culturale
6 ore fa:A Cassano Jonio un convegno sullo spopolamento delle aree interne
4 ore fa:Anche Mandatoriccio sostiene il progetto del nuovo tracciato della Strada Statale 106
5 ore fa:Culle sempre più vuote, la Sibaritide-Pollino conferma il triste trend regionale
7 ore fa:Torna la magia del Carnevale di Alessandria del Carretto
6 ore fa:Storia e fede, sulle tracce di San Leone in un convegno a Saracena
42 minuti fa:Civita e il suo Ponte del Diavolo protagonisti del film "Il Monaco che vinse l'Apocalisse"
1 ora fa:Unical e Università di Varsavia insieme per un progetto sulle fibre ottiche speciali

L'orda dei "lordazzi". Nel centro storico di Rossano una discarica a cielo aperto

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Alle volte le dinamiche della mente umana sfuggono e si perdono in meandri sconosciuti. Un pittore spagnolo, Francisco Goya, nel diciottesimo secolo realizzò una serie di ottanta opere che ritraevano vizi e miserie umane. Tra queste ce n'è una in particolare: "il sonno della ragione genera mostri", un uomo addormentato e alle sue spalle ritratti gli incubi, da pipistrelli giganti a cani con la testa di gatti. Tutte cose abominevoli nelle quali avrebbe trovato ampio spazio anche il "dipinto" che vi proponiamo nell'immagine in copertina.

Solo una mente "spenta", addormentata ha potuto produrre tutto questo: un'orda di cervelli addormentati che ci tramuta tutti, purtroppo, in "lordazzi". Ci troviamo su corso Garibaldi, nel pieno centro storico di Rossano, a due passi dalla chiesa di San Nilo e dal monumento della Sirena, in un quartiere ancora oggi popolato. Ci troviamo nel cuore di quella città che un tempo veniva definita "nobile e decorata" e che oggi sfoggia - purtroppo - il peggio del peggio, a causa di alcuni isolati individui che si rendono autori e artefici di quanto è in bella vista: una discarica a cielo aperto.

Questo offre agli occhi una passeggiata domenicale, in solitaria (considerate le vigenti norme di distanziamento). Questo è quello che si vede nella sua posa immobile e orribile. 

A questo punto, probabilmente, è anche inutile chiedersi perché avvengano atti criminali come questo, di deturpo dell'ambiente e del patrimonio storico di una comunità.

La domanda è un'altra: com'è possibile che azioni del genere si possano verificare nel pieno centro abitato? Un tempo commentavamo (solo) le discariche che spuntavano (e spuntano ancora) come i funghi nelle aree periferiche della città: amianto, inerti, elettrodomestici esausti abbandonati a ridosso o nei letti delle fiumare piuttosto che nei boschi. Adesso l'andazzo è peggiorato e i "lordazzi" nemmeno si scomodano più ad andare a trovare un luogo isolato dove sfogare il loro spirito criminale. Ora tutto avviene alla luce del sole, in un perfetto stile decadente e anche poco artistico.

E allora viene da chiedersi: i controlli dove sono? 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.