Vertenza Siarc, se i sindacati se le danno di santa ragione... e i malati pagano!
Previsto per domani uno sciopero degli operatori della mensa ospedaliera adenti alla Cisl, ma Cgil e Uil alzano la cortina: «Battaglia consumata e vinta grazie a noi. Interrompere ora un servizio sarebbe solo un danno per i degenti»
CORIGLIANO-ROSSANO – Ecco come i sindacati Confederali smettono di essere confederati e se le danno di santa ragione. La vicenda è quella degli operatori della mensa ospedaliera dello spoke di Corigliano-Rossano, dipendenti della Siarc un colosso dell’industria alimentare calabrese. Nei giorni scorsi avevamo ospitato, proprio sulle nostre pagine, lo sfogo della manger aziendale Simona Albano che lamentava lo spaventoso ritardo con cui l’Asp di Cosenza (e non solo) paga le fatture per i servizi (leggi qui la notizia).
Ritardi che, quando prolungati, generano ovviamente anche disguidi nella corresponsione degli stipendi. «La nostra azienda non ha mica il pozzo di San Patrizio!» aveva tuonato la Albano. Ed è così che è nata, da ultimo, la vertenza dei dipendenti della mensa ospedaliera di Corigliano-Rossano che stretti alle corde dopo il mancato pagamento di due mensilità e della tredicesima si sono rivolti ai sindacati. Che hanno fatto il loro mestiere.
E siamo arrivati ad oggi. Quando nella mail di redazione arrivano due comunicati stampa. Il primo a firma del segretario della Fisascat Cisl Cosenza, Angelo Scarcello, l’altro dei rappresentanti sindacali della Filcams Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, Andrea Ferrone, e di Luciano Campilongo per la Uil Corigliano-Rossano.
La Cisl va subito sul pezzo annunciando che domani mattina (24 marzo) davanti l’ospedale “Giannettasio” di Rossano (dove hanno sede le cucine della mensa dello spoke) si terrà un sit-in di protesta. Gli controbattono Cgil e Uil:« Non parteciperemo ad alcun percorso non unitario che magari avrà come solo "risultato" di far perdere una giornata di lavoro a chi è part time e monoreddito ed in un periodo di pandemia in cui i salari sono anche ridimensionati per via della cassa integrazione Covid».
Ma andiamo per ordine. «I lavoratori da pochi giorni – scrive Angelo Scarcello di Cisl - hanno percepito la mensilità di Gennaio 2021 ad oggi devono ancora percepire la mensilità del mese di Febbraio 2021 e 14° Mensilità 2020 e nonostante le nostre ripetute sollecitazione non abbiamo avuto nessuna risposta sui pagamenti delle retribuzioni maturate. La Società giustifica i ritardi dei pagamenti degli stipendi con il ritardo nel pagamento delle fatture dovute alla Società da parte dell’Asp di Cosenza. È chiaro che in un’ottica di sopravvivenza il problema dei ritardi dei pagamenti assume una forma prioritaria, visto che tale questione pone seri problemi economici ai lavoratori e alle loro famiglie. L’impegno profuso – conclude Scarcello annunciando il sit-in che si terrà domani mattina - da questi lavoratori, che nonostante tale situazione continuano a lavorare prestando il loro servizio con professionalità e con grande senso di sacrificio e abnegazione è davvero ammirevole, ma sicuramente questa situazione non potrà essere ancora tollerata».
Gli fanno da eco Ferrone e Campilongo che, pur confermando, la situazione di disagi in cui ancora versano i dipendenti Siarc fanno una precisazione: «non si capisce la demagogia di alcuni che forse si sono accorti tardi di non essere unitari e si sono un po' innervositi». Il riferimento – probabilmente – è proprio al “collega” della Cisl. E aggiungono: «Abbiamo denunciato da tempo immemore la situazione di disagio assoluto che stanno vivendo le lavoratrici ed i lavoratori della ristorazione ospedaliera in appalto dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. A tal proposito abbiamo di recente chiesto l'intervento del prefetto, che qui ringraziamo, il quale ha permesso la liquidazione di una fattura a Siarc e la relativa corresponsione della mensilità di gennaio alle maestranze».
Insomma, più che una vertenza, quella dei lavoratori Siarc sembra essere diventata una guerra (a colpi di comunicata stampa) tra rivendicazioni sindacali e primogeniture. Intanto, però, l’Asp di Cosenza continua a pagare con tantissimi ritardo, la gente lavora ma lo fa controvoglia e demoralizzata (perché se non ti pagano questo è!), l’Azienda – d’altro canto ha le sue validissime ragioni – avanza le sue pretese e tutto questo avviane mentre a patirne le conseguenze sono gli utenti. In questo caso i malati che ne pagano le conseguenze.