Vertenza Siarc, lo sfogo di Simona Albano: «Dall'Asp di Cosenza avanziamo 700mila euro. Allucinante!»
La manager della società catanzarese fa l’elenco dei creditori inadempienti: «Dall’Asp di Cosenza avanziamo 700mila euro». E sui lavoratori di Corigliano-Rossano: «Presto si sbloccheranno i pagamenti»
CORIGLIANO-ROSSANO - «La situazione che stiamo vivendo è allucinante». Si sfoga così Simona Albano (nel riquadro), avvocato e manager della Siarc Srl, la società calabrese leader nell’industria alimentare e ristorativa. Lo fa, all’indomani della «condivisibile» indignazione degli operai della mensa dell’ospedale spoke di Corigliano-Rossano gestita proprio dall’azienda catanzarese, che ieri lamentavano il mancato pagamento di due mensilità e della tredicesima (leggi qui la notizia).
«È tutto vero – dice oggi la Albano – non neghiamo che ci sono problemi nei pagamenti che stiamo cercando di risolvere già in queste ore, come riferito agli stessi rappresentanti sindacali, ma è giusto che si sappia che la Siarc non ha il pozzo di San Patrizio».
Già, perché, se i dipendenti della mensa ospedaliera rivendicano, giustamente, le loro spettanze salariali dall’altra parte la società lamenta un buco incredibile nei crediti vantati da diversi enti pubblici. Uno su tutti, appunto, l’Asp di Cosenza.
«Ad oggi – ci dice l’avvocato Albano – avanziamo dall’Azienda sanitaria di Cosenza fatture per 700mila euro». Un fermo sui pagamenti che sarebbe dovuto alle note vicende giudiziarie che nelle settimane scorse hanno interessato la struttura aziendale.
«I loro uffici amministrativi sono bloccati e con essi anche le nostre fatture per i servizi che comunque continuano ad essere garantiti. Anche perché – precisa ancora – negli ospedali non possiamo mettere aria nei piatti dei degenti».
È uno sfogo lungo e senza freni quello di Simona Albano. Che non si ferma solo all’Asp di Cosenza. Ci racconta di un elenco interminabile di enti che ancora non hanno onorato il loro debito con l’azienda. Un elenco che parte, appunto, dall’Asp di Cosenza e finisce a quella di Catanzaro, passando per comuni come quelli di Cosenza e Castrovillari che «per via dei loro piani di rientro» devono ancora versare decine di migliaia di euro nelle casse della Siarc.
«I lavoratori – scandisce – hanno tutte le ragioni di questo mondo ma noi non abbiamo il Pozzo di San Patrizio, non possiamo anticipare sempre importanti mole di denaro. Anche perché il periodo che stiamo attraversando per noi è drammatico. Nonostante tutto stiamo mantenendo i livelli di occupazione, come imposto dalla legge, anche se la pandemia ha ridotto il nostro fatturato di oltre il 40%. Tra l’altro, la nostra non è una società che rientra tra i beneficiari del decreto ristori. Quindi non abbiamo avuto nessun aiuto dallo Stato. Possiamo contare soltanto – continua nel suo sfogo la manager della Siarc – nel cosiddetto “consolidamento bancario” ma non credo sia un grande aiuto».
È un fiume in piena la Albano che, quindi, si trova a gestire una situazione paradossale: in mezzo ad un guado dove, su una sponda ci sono i dipendenti che mensilmente (e giustamente) avanzano le loro pretese salariali e sull’altra sponda invece i fruitori dei servizi che praticamente non pagano: «È una cosa allucinante che avanzando tutti questi soldi da un ente, l’ente non può sbloccare i pagamenti per problemi amministrativi interni. Stiamo facendo salti mortali per rimanere in piedi pur continuando a vivere alla giornata, tra scuole che aprono e chiudono e gli enti appaltanti che non si sa quando e se ti pagano».
Questo è quanto. Anche se alla fine di tutto Simona Albano ha rassicurato sulla vertenza dei dipendenti della Siarc della mensa ospedaliera dello spoke di Corigliano-Rossano: «Stiamo cercando di sbloccare la situazione dei pagamenti a breve». Del resto, è un dovere.