Ma domani si ritorna a scuola oppure no? Il dubbio amletico che aleggia su Corigliano-Rossano
Tra sentenze del Tar, screening che procedono a rilento e alunni (specie nelle periferie) che con la DAD sono spariti dai radar

CORIGLIANO-ROSSANO - Passa un’altra settimana sotto il cielo di Corigliano-Rossano. Come un eterno ritorno, però, la Domenica è diventata la giornata della fatidica domanda: “ma domani si ritorna a scuola oppure no”? Non si sa, ma se si volesse scommettere un nichelino sulla riapertura la posta sarebbe molto bassa. Insomma, stando a quello che sta accadendo nelle ultime ore, sembra proprio che ci potremmo trovare di fronte ad una nuova ordinanza sindacale dell’ultimo secondo. Ma cosa sta accadendo? Semplice, sono iniziate le operazioni di screening delle scuole volute dall’Amministrazione comunale, ma – come testimoniano le immagini – le operazioni vanno a rilento. La situazione è questa: negli istituti di Corigliano-Rossano sarebbero sì arrivate le comunicazioni per iniziare gli screening su tutto il personale ma nessun avviso sulle tempistiche. Ed ecco che dei Dirigenti brancolano nel buio. Quest’ultimi, non sapendo se domani si tornerà oppure no a scuola si adeguano al DPCM, che è chiaro nella direzione della riapertura. Ma ciò conta come il due di coppe quando la briscola è a denari, perché siamo abituati (come accaduto settimana scorsa) ad ordinanze del Sindaco alle 19.30.
Vedremo se riaccadrà alla luce, anche, dell’ultima sentenza del TAR che recita che «l'Amministrazione deve attenersi nel futuro, sicchè non viene meno l'interesse all'impugnativa di un provvedimento reiterabile sul rilievo che, nel frattempo, il provvedimento contestato abbia esaurito i suoi effetti». Tradotto: ti annullo questa ordinanza (“atto riscontrato illegittimo) ma per le prossime volte si seguano le regole che sono chiarissime.
Un atteggiamento, quello assunto dal Primo cittadino, che inizia un po’ ad essere un’anomalia perché le famiglie, i docenti, i bambini, il comparto scolastico hanno una vita che va organizzata e una dignità che va rispettata. Questo messaggio ai piani alti di Palazzo Bianchi stenta ad arrivare, come il ruolo centrale che la scuola sta perdendo sempre sempre di più. Il diritto all’istruzione e all’inclusione (chiedere ai bambini delle periferie ormai scomparsi dai radar delle scuole) non possono essere sullo stesso piano di una partita di calcetto che si può spostare all’ultimo secondo per colpa di un “pacco” ricevuto all’ultimo minuto.