2 ore fa:Il Codex Purpureus Rossanensis sarà protagonista di una Mostra a Grottaferrata
2 ore fa:Alto Jonio isolato, si torna a parlare del problema dei tagli alla rete ferroviaria
4 ore fa:I ragazzi dell’Ipseoa Ipsia di Castrovillari contro la violenza sulle donne
57 minuti fa:Gli studenti del "Falcone-Borsellino" di Co-Ro incontrano Nuccia Benvenuto, autrice di Presente Remoto
3 ore fa:Agricoltura, Smiriglia: «Crollo di oltre 70% per la stagione olivicola 2024»
4 ore fa:Liste d'attesa e medicina di prossimità al centro dell'incontro tra il Comitato per la Sanità Pubblica e i vertici dell’Asp
1 ora fa:VOLLEY - La Valsa Group Modena fa tappa a Corigliano-Rossano, ospiti del Pala Brillia
3 ore fa:Sabato il secondo appuntamento con "Tarsia Teatro", la rassegna del teatro d'autore
27 minuti fa:Statale 106, Scutellà (M5s) presenta un emendamento per anticipare la realizzazione del nuovo asse viario Sibari-Catanzaro
1 ora fa:Trebisacce, approvato regolamento sui dehors. «Ora c'è bisogno di ripensare complessivamente la viabilità»

25 Aprile e diritti dei lavoratori. Appello agli operatori del commercio.

2 minuti di lettura
La ricorrenza del 2017 per la liberazione dell’Italia, pone, oltre ai valori costituzionali di democrazia e diritti fondamentali dell’uomo. Una seria riflessione sul rispetto dei lavoratori del commercio, al riposo festivo ed al tempo libero. Abbiamo già assistito al vergognoso squallore dell’apertura di centri commerciali e supermercati, con alcune ammirevoli eccezioni. Nei giorni di Pasqua e, addirittura, pasquetta, con i dipendenti costretti a servire clienti insensibili ed illusori profitti padronali. Il decreto del governo Monti, noto come “salva Italia”, come da noi profetizzato. Ha prodotto i suoi effetti nefasti ed evidenzia sempre di più le sue contraddizioni. Molti italiani trascorrono le domeniche e i giorni festivi in un centro commerciale. Il capitale si accaparra anche i giorni di festa. La possibilità degli esercizi commerciali e dei grandi ipermercati di tenere aperto sempre. Anche durante le domeniche e i festivi, è stata recepita subito da tutti i soggetti interessati al profitto ma, nel contempo, creando gravissimi problemi ai lavoratori. Che non hanno più tempo per se stessi e per le proprie famiglie, aggiungendo un ennesimo tassello allo stato di precarietà. Basso salario, difficoltà nella vita di relazione e degli ormai pochissimi diritti per oltre due milioni di addetti del settore.
APPELLO DEI LAVORATORI DEL COMMERCIO
La crisi del commercio non ha nessun collegamento con le aperture e la liberalizzazione degli orari. Ma nasce dalla mancanza di reddito diretto ed indiretto dei consumatori, ed ecco una prima contraddizione evidente. Le mirabolanti promesse di crescita occupazionale all’indomani del decreto Monti, e propagandate da Letta e Renzi. Si stanno traducendo oggi in chiusure di migliaia di imprese piccole e grandi, che non reggono la concorrenza. Le nuove assunzioni nella Grande Distribuzione Organizzata sono rimaste lettera morta e si sono tradotte in aumento di carichi di lavoro degli occupati già precarizzati. L’aumento dei carichi di lavoro e quello del nastro orario, per far fronte alle liberalizzazioni. Non si è tradotto in stabilizzazione dei rapporti precari o in crescita salariale. I lavoratori  hanno visto aumentare la flessibilità e la precarietà. Nel contempo le aziende ed i sindacati concertativi hanno “limato” le maggiorazioni festive e domenicali attraverso macchiavellici accordi a perdere. Insomma, lavorare di più per guadagnare di meno. In un paese che fa i suoi continui richiami alla “sacralità” della famiglia e dove i servizi pubblici non sono attivi spesso neanche il sabato. Ed in un settore dove l'80% degli occupati sono di sesso femminile, sievidenzia una terza forte contraddizione.
LIBERAZIONE DELL'ITALIA
Come può una donna che lavora nel commercio, dove la flessibilità è un elemento imprescindibile. Straordinari e festivi obbligatori, orari che cambiano ogni giorno, ferie non concordate sono la normalità. Rendere conciliabili i tempi di vita e di cura della famiglia con il proprio lavoro?. La contraddizione più manifesta, però. E' quella evidenziata dalle confederazioni sindacali concertative che raccolgono firme con la mano destra e contrattano le aperture con la mano sinistra. Un doppio gioco che ha, nei fatti, accompagnato i processi di liberalizzazione. Degli orari rendendo impossibile l’esistenza dei lavoratori di queste nuove “fabbriche metropolitane”. USB, quindi, invita gli operatori del commercio, ad iniziare dal prossimo 25 aprile e tutte le domeniche dell’anno. A far riprendere la normale vita dei dipendenti e dei cittadini. Trascorriamo le feste favorendo la socialità, il riposo, la riflessione, la cultura, lo sport, facciamolo creando le giuste alleanze tra “consumatore inconsapevole” e “lavoratore consumato”. Il modello sociale che ci vogliono imporre attraverso lo sfarzo e le luci dei Centri Commerciali è soltanto un inganno in favore dei profitti delle grandi multinazionali del commercio e della lega delle cooperative ed un danno per i lavoratori, i consumatori e la società.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.