13 ore fa:Avvio anno scolastico a Cariati, Minò: «La sicurezza è la priorità assoluta»
12 ore fa:Il Duo Claude Hauri e Daniel Moos incanteranno La Città della Musica
15 ore fa:Cassano, nuova fase per ArticoloVentuno: massima attenzione ai temi locali
12 ore fa:Corigliano-Rossano, pensionato denuncia l’INPS: «36 anni di lavoro e pensione decurtata»
40 minuti fa:Fare con le mani per promuovere inclusione e autonomia con I figli della luna
10 minuti fa:Fede, Silenzio e Devozione: La Settena e la Festa della Beata Vergine Maria Addolorata 2025
13 ore fa:Ritorna “Spazio Mamma” alla Biblioteca dei Bambini e dei Ragazzi “Carmine De Luca”
1 ora fa:Mazza: «Potenziare il centro prelievi di Caloveto per difendere le aree interne»
14 ore fa:Insediato il nuovo consiglio dell'Ordine dei Geologi della Calabria: ecco i nomi
14 ore fa:A San Basile inaugurata la Panchina Gialla, simbolo della lotta al bullismo

South Working, per scelta e non per necessità

1 minuti di lettura

Si chiama South Working ed è un neologismo che rappresenta i lavoratori (tendenzialmente digitali) che scelgono di andar via dai grandi centri urbani, per tornare a vivere al Sud. 

Sono banchieri, designer, social media manager, comunicatori digitali, quasi tutti under 40; uomini e donne che scelgono di mettere al primo posto dela loro vita la qualità del tempo e degli spazi. Il numero che domina la punta di questo iceberg è 30.000, perchè è questa la mole di lavoratori del futuro che provano a ricostruire le gerarchie della loro vita. 

Al primo posto ritornano gli spazi abitativi, che non devono essere cappi stretti intorno al collo,ma rifugi. Sto alle stanze con metrature minuscole pagate con la metà dei propri stipendi. Stop alla costrizione di essere coinquilini per necessità. non per scelta. Stop al tempo dela propria vita messo da parte ad un futuro di cui non sembriamo i padroni. 

In Sicilia, a nel Sud in generale e anche noi dovremmo iniziare a percepire questo fenomeno come molto vicino, il South Working ha rianimato borghi spenti e desolati. 

Ci sono però due note importanti da tenere sotto controllo: la prima è capire che questi lavoratori mantengono tendenzialmente rapporti di lavoro in smart working (da remoto) con stutture del nord o estere. Questo primo campanello d'allarme ci deve far capire che abbiamo bisogno di implementare le nostre strutture imprenditoriali e aziendali, senza scopiazzare modelli che non ci appartengono, ma creando il modello aziendale del Sud che però permetta a questi lavoratori rientrati di avere un scelta reale. 

Il secondo punto da discutere è la possibilità di creare modelli di ripopolamento dei borghi che si stanno svuotando, basato anche sul South working. Quindi lavorand sull digitalizzazione, sugli spazi abitativi, sui trasporti. 

South Working è anche l'hashtag dei progetti di marketing da tenere sotto controllo, perchè spesso la creatività nasce dal benessere personale, che diventa ispirazione. 

In questo modello io rentro perfettamente. 

Ho scelto il ritorno per la qualità della vita, degli spazi e dei rapporti. La responsabilità del Sud però è non farci pentire di questa scelta.

Andrea Costantino Levote
Autore: Andrea Costantino Levote

Andrea Costantino Levote nasce come giornalista sportivo. Frequenta il corso di Reporting alla Scuola Holden, ma si imbuca anche alle lezioni di Cinema e di digital marketing. Vince il Premio Phoebe di Scuola Holden con il teaser Democracia. Racconta i ritratti dei giornalisti sportivi che lo hanno ispirato nel podcast "I Cantastorie", all'interno del programma Eutropia su Spotify. Diventa CEO di Jugaad Produzioni e con il cortometraggio FAME vince diversi premi internazionali, oltre a una menzione speciale al festival Ermanno Olmi. Oggi è CEO e founder di DIEZ- CREATIVE AGENCY, agenzia di comunicazione con la quale racconta il talento, occupandosi del digital marketing di start-up e di imprese.