Non hanno un amico
Nella grande confusione mediatica della campagna elettorale, arriva "Non hanno un amico", il podcast di Luca Bizzarri prodotto da Chora Media, che racconta, giorno per giorno, in cinque minuti, le apparizioni social, i video su tik tok, le dirette dei politici
Sono giorni confusi, pieni di notizie, apparizioni social, scivoloni ed in questo periodo è davvero complicato star dietro a tutti. Per fortuna però, sono inciampato nel nuovo podcast di Luca Bizzarri, prodotto da Chora Media, "Non hanno un amico".
Il podcast, oggetto alieno ancora sconosciuto per molti, è un contenitore editoriale molto interessante. Luca Bizzari riesce in cinque minuti a riepilogare tutti gli scivoloni dei politici che sbarcano sui social in modo grottesco, superficiale o, semplicemente, completamente sbagliato. Non ci sono schieramenti politici, si critica tutti, perchè tutti hanno scelto di buttarsi nel mondo social senza nessuna consapevolezza dello strumento.
Nasce da questa premessa la satira di Bizzarri, poi si aggiunge una grande forza del personaggio, che ha un tono di voce sincero, colloquiale e con un accento ironico tipico e caratterizzante. Certo il materiale a disposizione è davvero un' ottima base: Salvini che risponde alla ragazza che parla in "corsivo" fa già ridere di suo; Berlusconi che imita Gheddafi che chiede "what is bidet?"; Calenda che parla del suo libro su Tik Tok, così magari anche se non dovesse essere eletto, due copie in più vendute vanno bene.
Questa campagna elettorale, più di ogni altra, passerà alla storia come la campagna della comunicazione social, fatta però nel mondo più superficiale: a colpi di tweet e trend modaioli, di stereotipi e di meme, vien da chiedersi "non hanno un amico" che gli dà un consiglio?
La scelta di Bizzarri invece di scegliere il podcast come prodotto editoriale, mette in luce la grande differenza di consapevolezza degli strumenti di narrazione che oggi si hanno a disposizione. "Non hanno un amico" sarebbe potuto essere un prodotto fruibile su ogni social, sarebbe stato piacevole vederlo nelle storie di instagram, nella bacheca di facebook, addirittua nel feed di tik tok; invece Bizzarri sceglie Spotify e tutte le altre piattaforme di distribuzione dei prodotti audio. Lo fa perchè il podcast è sicuramente un prodotto editorale complesso, non per tutti, che necessita di una padronanza di scrittura, una capacità radiofonica di racconto, di tempi comici e narrativi perfetti.
Questa scelta posiziona Luca Bizzarri e rende il podcast stesso diverso da tutto quello che Bizzarri critica o racconta.
Questo pensiero nella scelta del contenitore editoriale, in relazione al protagonista, in relazione al pubblico, in relazione al contesto, mi fa pensare: magari anzichè prenderli in giro, potreste fargli una consulenza. Magari un amico prima o poi lo troveranno.