di MATTEO LAURIA E' in corso a
Trebisacce lo
sciopero generale di Cgil, Cisl e Uil contro il governo nazionale e regionale: giustizia, sanità, infrastrutture, lavoro, sviluppo, occupazione. Meglio tardi che mai. I confederali sono per la lotta. Si svegliano dal torpore e si aprono alla piazza. Erano anni che ciò non accadeva nella
Sibaritide. Il limite si sopportazione si è interrotto, ora basta! E’ la ragione prevalente che ha mosso i sindacati nel dare vita allo sciopero generale che è partito dal capoluogo dell’Alto Jonio Trebisacce, nei pressi del consorzio di bonifica lungo la statale 106. E non è da escludere un blocco dell’arteria, anche se la manifestazione presenta toni pacifici. Uno schiaffo al governo nazionale, una sberla al governo regionale. Il solito piagnisteo? No, qualcosa in effetti sta cambiando: si cessa di subire e si reagisce con la mobilitazione. Non c’è altra strada per sordi, muti, negligenti, superficiali e talvolta anche a ignoranti (inteso come chi ignora di conoscere i problemi della Sibaritide). L’aspetto positivo è che il sindacato abbia inserito nella piattaforma delle rivendicazioni anche la vertenza dell’ex tribunale di Rossano, su cui era caduto un velo di silenzio pietoso. Una voragine oggi colmata. Qualcuno ha sempre affiancato tale immobilismo al fatto che Castrovillari abbia una sorta di centralità nella geografica sindacale della Cgil. Sarà pur vero. Di certo anche i cittadini che risiedono nel Pollino hanno piena consapevolezza che la chiusura del presidio di Rossano abbia rappresentato una eterna boiata. Poi è chiaro che può emergere una sorta di interesse materiale nel vedere una città crescere perché si trasforma in un centro di giustizia. Il problema è che tale accentramento di servizi si consuma a danno di altri centri che, certo, non stappano champagne per ricchezza o per occupazione. A seguire il dramma degli ospedali, la chiusura del presidio di Trebisacce e di Cariati, il chirurgico declassamento dell’ospedale spoke Corigliano-Rossano, il continuo tentativo di introdurre l’’insidia tra i due comuni purché insorgano conflitti, l’ipotesi di convogliare il distretto “Alto Jonio” su Castrovillari al fine di indebolire l’area urbana Corigliano-Rossano e il basso jonio, la brusca incertezza calato sulla cantierizzazione del nuovo presidio della Sibaritide. Materiale ce n’è purtroppo. Il settore dell’edilizia in ginocchio, le banche che restringono i margini di agibilità, l’agricoltura che risente dell’assenza di politiche di rilancio e della carenza di infrastrutture, quel che resta della grande industria destinata alla smobilitazione, in particolare Enel e Italcementi (fortunatamente la vertenza è stata sboccata di recente). L’ennesima presa in giro sulla vicenda del macrolotto Roseto-Sibari della statale 106 jonica, o il disastro della rete ferroviaria, con stazioni chiusi, unico binario e per giunta non elettrificato, ai livelli di Paesi sottosviluppati. Si dice “no “ all’aeroporto di Sibari e ne se autorizza uno a Pisticci (non a caso i sindaci dell'Alto Jonio propongono la realizzazione di una metro fino a Metaponto). A parla di metropolitana leggere “Sibati- Crotone”, trascorrono anni, e nessun passi in avanti viene effettuato. Insomma un cerchio concentrico pare si sia abbattuto nel comprensorio, colpito nelle postazioni pubbliche: declassamento sede Inps, agenzia delle entrate, postazioni di polizia, etc. ect. Questa situazione generale sta impoverendo ulteriormente il territorio accentuando di fatto una forte migrazione a favore di altre località non solo del Nord Italia ma anche all’estero. La gente va via, si ritorna al lontano passato. All’epoca era prevalentemente manovalanza, ora sono le professioni costrette a lasciare questa terra. Lo sciopero può rappresentare un indicatore importante sia per quanto attiene la capacità del sindacato si agitare le masse, sia i livelli di indignazione nei cittadini.