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Ecco perché le bende medicali di Padre Pio sono conservate e venerate ad Altomonte

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ALTOMONTE -  Le bende medicali utilizzate per la cura delle stigmate di Padre Pio sono conservate e venerate ad Altomonte, dove hanno permesso di consacrare una chiesa. La Calabria è l'unica regione ad avere l'onore di custodire queste reliquie. Le reliquie sono visitabili nel Duomo Santa Maria della Consolazione nel centro storico e alla Chiesa Maria Misericordia Immacolata in contrada Casello.

Ma come mai queste bende si trovano proprio ad Altomonte? Facciamo un passo indietro e conosciamo la storia di un medico, originario proprio del borgo calabrese, che, per una serie di vicissitudini si ritrovò a curare il Santo di Pietrelcina.

La vita di Luigi Pancaro (1870-1957), originario di Altomonte, è un'epopea straordinaria che valica l'Oceano per trovare il suo compimento spirituale e professionale accanto a San Pio da Pietrelcina. Figlio di Severino Pancaro e Carolina Scaramuzza, Luigi abbracciò la medicina studiando a Roma, per poi affrontare l'emigrazione e un destino di grandezza. ​Nonostante le difficoltà, Pancaro partì nel 1926 emigrando in Canada. Lavorando ad Halifax, Northbay e Sudbury, dove prestava assistenza agli operai delle miniere, il suo ingegno scientifico si manifestò con risultati concreti. I suoi studi sul sangue lo portarono all'invenzione di un coagulante chiamato "Sistosan", omaggio a Papa Sisto, un farmaco che precorreva i tempi. ​Tornato in Italia nel 1950, dopo essere stato internato in Canada a causa delle sue idee politiche, Pancaro giunse nel 1951 a San Giovanni Rotondo.

 

​L'arrivo segnò l'inizio della sua opera più grande: l'assistenza diretta a Padre Pio e la co-fondazione della Casa Sollievo della Sofferenza. Nel 1953, Pancaro diede un contributo essenziale all'ospedale: ​Creò e diresse il Laboratorio di Analisi. ​Istituì la prima Banca del Sangue dell'ospedale, con la previsione di 2.000 donazioni annuali necessarie per i 400 posti letto, mirando a sconfiggere l'alta mortalità dovuta alla mancanza di sangue.

 

​Il 5 maggio 1956, quando Padre Pio inaugurò la Casa Sollievo, Luigi Pancaro era nello staff medico fondatore, a testimonianza del suo ruolo cruciale. In seguito alla prematura scomparsa di un collega, il Dottor Pancaro si prese cura direttamente di Padre Pio, medicando e assistendo il Santo. Nonostante la sua devozione, il medico, come raccontato dal nipote Mario Pancaro, «continuava a dubitare e a restare scettico» riguardo i fenomeni mistici.

 

​Il grande evento che sciolse ogni dubbio avvenne in occasione di un matrimonio: dopo aver dimenticato una busta con un contributo, Pancaro tornò in Convento. Padre Pio lo sorprese: «Sei venuto per la busta?... volevo rivederti ancora». Il giorno dopo, il Santo lo chiamò a sé per ammonirlo per aver dubitato del «grande mistero che circonda la Transustanziazione». Il dottore, sopraffatto, si inginocchiò in lacrime. Padre Pio lo abbracciò, sigillando la sua conversione con le parole: «I dubbi sono finiti».

​Trasformato dalla fede, il Dottor Pancaro si dedicò con dedizione a Padre Pio, medicando e curando personalmente le sue stimmate. Le bende medicali utilizzate in questa cura sono state poi ritrovate dalla sua famiglia e sono oggi conservate e venerate ad Altomonte.

​Questa incredibile storia è stata recentemente valorizzata dal consigliere comunale Giuseppe Capparelli, con delega ai rapporti con il culto, che ha fondato un Gruppo di Preghiera e, soprattutto, ha avviato un Patto di Amicizia con l'Amministrazione di San Giovanni Rotondo, firmato il 30 aprile 2022. L'obiettivo è un futuro Gemellaggio tra Altomonte e la città del Santo. Questo legame istituzionale non solo rafforzerà il flusso del turismo religioso tra Calabria e Puglia, ma onorerà per sempre la memoria di Luigi Pancaro: lo scienziato che si inginocchiò, l'uomo che fu pioniere della medicina e testimone privilegiato del mistero.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.