A Camigliatello il sesto Raduno Nazionale del cane Pastore della Sila
Un evento che consolida il percorso verso il riconoscimento ufficiale della razza autoctona calabrese

CAMIGLIATELLO SILANO – Si è svolto domenica 12 ottobre, nella splendida cornice del Centro Sperimentale Dimostrativo di Molarotta, il VI Raduno Nazionale del Cane da Pastore della Sila, la razza autoctona calabrese in via di riconoscimento ufficiale da parte dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI).
All’evento hanno partecipato ventuno esemplari di Pastore della Sila, esaminati dagli esperti giudici Pietro Marino, Manola Poggesi e Pierluigi Buratti, e registrati come capostipiti di razza nel Registro Supplementare Aperto (RSA). Ogni soggetto è stato sottoposto a misurazioni cinometriche e al prelievo del tampone salivare per le analisi genetiche, effettuate in collaborazione con Vetogene, il laboratorio di diagnostica molecolare dell’ENCI.
«Il futuro di una razza si costruisce anche attraverso la genetica. Questo raduno ha permesso non solo di ampliare il numero dei soggetti iscritti al registro, ma anche di arricchire il patrimonio genetico utile ai futuri studi sulla razza» ha dichiarato la dott.ssa Anna Palucci, presidente dell’Ordine dei Veterinari di Cosenza e membro del direttivo ATPS.
Citato già nell’Ottocento dai viaggiatori del Grand Tour e descritto nel 1906 dal naturalista Armando Lucifero, il Pastore della Sila rappresenta un simbolo vivente della pastorizia calabrese. Cane rustico, frugale e adattabile, si distingue per l’equilibrio con cui si rapporta all’uomo e per la determinazione con cui difende il gregge dagli attacchi di lupi e altri predatori.
Nel corso dei secoli, il Pastore della Sila – o “cane e mandra” nel dialetto calabrese – si è evoluto come custode dei greggi transumanti, adattandosi ai territori montani e pianeggianti della regione e dimostrandosi oggi un guardiano affidabile e versatile, impiegato con successo anche in contesti alpini e all’estero.
Dal 2019, il lavoro di tutela, selezione e promozione del Pastore della Sila è portato avanti dall’ATPS – Associazione per la Tutela del Cane da Pastore della Sila, composta da allevatori, veterinari, ricercatori e appassionati calabresi.
Nel 2022, uno studio genomico dell’Università Statale di Milano, condotto in collaborazione con l’ENCI su trentadue soggetti capostipiti, ha confermato l’elevata variabilità genetica, l’assenza di patologie ereditarie e un’ottima variabilità genetica evidenziando l’importanza del Pastore della Sila come patrimonio di biodiversità canina italiana.
«Il Cane da Pastore della Sila è uno strumento insostituibile per la difesa da predatori e un modello di efficienza e biodiversità» ha sottolineato la ricercatrice Marta Cambiaghi, autrice di una tesi di laurea dedicata al Pastore della Sila.
Oggi il Pastore della Sila non è solo un emblema della Calabria, ma anche un ambasciatore della pastorizia sostenibile italiana. La razza inoltre si sta diffondendo anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia e Stati Uniti, dove viene impiegata, oltre che con ovini e caprini, anche con bovini, avicoli, lama e alpaca. Con il l VI Raduno, l’ATPS e l’intera comunità di allevatori e appassionati compiono un ulteriore passo verso il pieno riconoscimento ufficiale del Pastore della Sila come razza italiana, simbolo della biodiversità calabrese.