Il Patire svela i suoi tesori dopo un minuzioso lavoro di restauro - VIDEO
Questa mattina, nel complesso monastico di Santa Maria del Patire, sono stati riconsegnati alla comunità gli affreschi restaurati del refettorio che riproducono figure di santi e una immagine dell’Ultima Cena

CORIGLIANO-ROSSANO – Una parte del prezioso patrimonio artistico e culturale del complesso monastico di Santa Maria del Patire è stato riconsegnato alla comunità.
Questa mattina si è tenuta l’inaugurazione del restauro degli affreschi situati nel refettorio dell'Abbazia di Corigliano-Rossano. La consegna è avvenuta grazie al lavoro e alla proficua sinergia che ha visto coinvolti la Soprintendenza Apab, nella persona di Paola Aurino, il capo della segreteria del sottosegretario di Stato del Ministero della Cultura, Vito Maria Rosario D’Adamo, l’associazione Rossano Purpurea, nella persona della Presidente Alessandra Mazzei, i Carabinieri Biodiversità con il Colonnello Francesco Alberti, la diocesi di Rossano Cariati con l’arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise e il comune di Corigliano Rossano attraverso il suo primo cittadino, Flavio Stasi.
Centrale, nella presentazione dell’opera d’arte, il lavoro minuzioso operato dal restauratore, Gianmario Faita, che ha affrontato un caso eccezionale di recupero caratterizzato da numerose sfide tecniche che hanno riguardato il consolidamento in profondità degli intonaci e della superficie pittorica attraverso una serie di azioni conservative che hanno permesso il recupero della materia e dell’immagine.
I dipinti murali del suggestivo complesso monastico fondato alla fine del XI secolo da Bartolomeo da Simeri, sono posizionati nel locale al piano terra e identificato come probabile refettorio dei monaci. Le decorazioni, datate alla seconda metà del XVII secolo, coprono le pareti destra e sinistra dell’ambiente e riproducono figure di santi e una immagine dell’Ultima Cena.
La consegna di questo importante lavoro di restauro ha ridato vita a un'opera d'arte che custodisce la memoria storica, culturale e spirituale del luogo. «Gli affreschi – come ha ricordato Faita - non sono solo dipinti murali ma sono testimonianze del passato. Restituirli preservandone l’essenza e conservando il tocco dell’artista è il compito del restauratore, il quale è chiamato ad intervenire con cura e precisione».
La riconsegna di questi beni alla collettività ha poi una doppia valenza: da un lato preserva e tutela il patrimonio artistico e culturale, dall’altro avvicina la comunità ai suoi luoghi, contribuendo a rafforzare il sentimento di orgoglio e appartenenza, con la speranza di innestare nei cittadini un sentimento di partecipazione che li faccia sentire veri e propri «comproprietari» del bene culturale affidatogli.
L’opera restaurata diventa in questo modo accessibile a tutti, stimolando la conoscenza e l’educazione e, in più, aprendo alla valorizzazione turistica e sociale del territorio.
La sfida sarà perseguire nel solco tracciato che mira al recupero, alla tutela e alla valorizzazione dell’intero patrimonio naturalistico e culturale del complesso monastico, un luogo simbolo per Corigliano-Rossano da cui ripartire per rilanciare l’intera area.
È stato questo l’augurio degli intervenuti che si sono inoltre impegnati a far sì che questi interventi abbiano continuità nel tempo e la giusta attenzione da parte degli enti preposti.