Si spoglia l'albero della memoria, nonna Pasqualina non c'è più
La centenaria della Sila Greca che lo scorso anno aveva oltrepassato il traguardo del secolo di vita si è spenta ieri. Nella comunità di Pietrapaola tutti la ricordano come una donna umile, forte e resiliente
PIETRAPAOLA - Pasqualina Crescente non c'è più, la donna centenaria della Sila Greca si è spenta ieri. La sua è stata, senza dubbio, una storia di resilienza e forza, sbocciata in un periodo storico difficile per l'Italia, soprattutto per il Sud, chiamato a recuperare i perenni gap della Questione Meridionale e - allo stesso tempo - a riprendersi dai drammi della Seconda Guerra Mondiale. Nata il 7 febbraio 1924 a Pietrapaola, Pasqualina è vissuta quasi per intero nel paese che l'ha vista crescere e che oggi la piange. Avrebbe compiuto 101 anni tra pochi giorni, un traguardo che segna una vita straordinaria.
La sua storia, dicevamo, è unica ma simile a quella di molte altre donne del Mezzogiorno d'Italiana del dopoguerra. Donne che si sono trovate a sollevare il peso della famiglia da sole, mentre i mariti cercavano fortuna lavorando all'estero. Pasqualina è riuscita a crescere i suoi figli, Giuseppe e Anna, nonostante le tante avversità avversità. Giuseppe, che ha lavorato come funzionario del Comune, e Anna, che ha seguito la strada dell'insegnamento, sono la testimonianza tangibile dell'impegno di una madre che ha saputo bilanciare le sfide della vita rurale con la crescita e l'educazione dei suoi figli.
Se c'è un simbolo, un arcano, un misterioso simbolismo in questa donna, è sicuramente da ricerca in quella tuvajjula colorata, poi nera e poi di nuovo variopinta da mille colori, che ha sempre portato in testa: simbolo delle donne infaticabili, resistenti, pronte a tutto per affrontare la vita.
Già, perché la storia di quelle donne si è sviluppata in un contesto sociale in cui non esisteva la parità di genere, dove i diritti rosa erano solo un lontano sogno e dove il preconcetto, il maschilismo ed il patriarcato la facevano da padrona. Pasqualina nella sua vita di madre e lavoratrice si è dedicata alla casa e allo stessi tempo ai lavori agricoli, coltivando non solo la terra ma anche i valori di tenacia e solidarietà che ha trasmesso alla sua famiglia. Dopo che il marito, emigrato in Germania, è tornato debilitato dalla malattia, Pasqualina ha continuato a tenere le redini della famiglia intera, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento e sopportazione.
Oggi, ricordare Pasqualina Crescente significa celebrare non solo la sua esistenza, ma anche il valore della memoria collettiva. Il suo ricordo è un tributo a tutte le donne invisibili e forti della sua generazione che, con modestia e dedizione, hanno contribuito a costruire la storia sociale e culturale della loro comunità. Con la sua scomparsa, Pietrapaola non perde solo un'anziana concittadina, ma un pezzo della sua stessa storia, un simbolo di amore, sacrificio e coraggio.
La memoria di Pasqualina così come di tutte le donne d'altri tempi, è un patrimonio immateriale che merita di essere tramandato: un marcatore identitario Calabria e Meridionale.