Secondo Vanity Fair tra i 5 borghi imperdibili dell'Alta Calabria anche Altomonte e San Sosti
«Un viaggio un po’ a Nord in questo nostro Sud. Visitare questi paesi arroccati, nascosti tra gli altipiani, tra corsi d’acqua e siti archeologici, è il modo più autentico di riconoscere e apprezzare la vera identità del luogo»
CALABRIA - «Calabria da scoprire, forse l’ultima regione, ancora ai più, misconosciuta. Perché la Calabria da scoprire è altro rispetto a Tropea, Soverato, Capo Vaticano et similia. Mai sentito parlare dell’Alta Calabria? Il nome suggerisce la posizione, in una regione che, lunga 300 km e larga 90 km, offre molto altro da vedere rispetto alle classiche località turistiche dove mangiare cipolla e ’nduja (senza nulla togliere alle splendide spiagge). Qui siamo in provincia di Cosenza, tra aree collinari e montuose disposte lungo le due catene appenniniche che attraversano la regione, quella centrale e quella costiera. Alle spalle c’è il Pollino, ai piedi la Sila, ai lati i due mari, Tirreno e Ionio».
Inizia così il servizio che Vanity Fair dedica alla nostra regione: una narrazione poco convenzionale, lontana dai “soliti” luoghi attraverso cui tanta stampa nazionale è solita raccontare il territorio. Non solo mare, insomma: anche “giù da noi”, i borghi rappresentano dei veri gioielli da attraversare e scoprire. Ė un viaggio un po’ a Nord in questo nostro Sud, perché le mete proposte dalla rivista glamour rientrano nel territorio dell’Alta Calabria.
«Al centro Malvito, Altomonte, San Marco Argentano, San Sosti e Fagnano Castello. I magnifici cinque borghi dell’Alta Calabria, che oggi scopriremo assieme. Se è vero che una regione si scopre bypassando le grandi città, girando in auto, in quad o in bici tra le campagne, visitare questi paesi arroccati, nascosti tra gli altipiani, tra corsi d’acqua e siti archeologici, è il modo più autentico di riconoscere e apprezzare la vera identità del luogo», si legge ancora su Vanity.
E così, scorrono le immagini e i racconti dei paesini in provincia di Cosenza: Malvito con il Castello medievale, la Torre Normanna e i vecchi mulini; Altomonte, la “città del pane”, la “città slow” con la Chiesa di Santa Maria della Consolazione, uno dei migliori esempi dell’arte gotico-angioina calabrese, e il Convento Domenicano che oggi è sede della Biblioteca e del Museo Civico; San Marco Argentano, la “città più normanna” della Calabria con la Torre del Guiscardo e il Complesso Monastico di Sant’Antonio; San Sosti, tra boschi e alte cime montuose, con il Santuario della Madonna del Pettoruto, che ospita una Madonna scolpita nel tufo, e il Castello della Rocca; Fagnano Castello con i musei dell’arte sacra e del castagno. Oggi tappa un volto, un’emozione, un piccolo mondo. La Calabria è così: svolti l’angolo e si aprono nuove dimensioni, dal mare ai monti, dagli occitani ai grecanici, dai normanni ai bretti. La contaminazione ci ha reso grandi e, ancora oggi, racconta la nostra storia con diversi colori. E Vanity Fair lo sa.
Fonte: meravigliedicalabria.it