1 ora fa:ANS Calabria e Regione: verso nuove sinergie per il rafforzamento delle politiche sociali
3 ore fa:Eventi estremi, Confindustria Cosenza al fianco delle imprese per valutare impatti organizzativi e gestione del rischio
3 ore fa:A Castrovillari va in scena "In cerca di Alice" per la nona edizione di Radure - Invito a Teatro
42 minuti fa:Insieme costruiamo speranza: l'Arcidiocesi di Rossano Cariati torna celebrare l'Incusion Day
2 ore fa:Fullone e Mazza (CMG): «La sanità calabrese va ripensata: servono riforme profonde e un nuovo modello assistenziale»
2 ore fa:Corigliano non molla: scatta l’operazione rilancio
4 ore fa:Pediatria a rischio al Compagna: medici esterni da cinque mesi senza stipendio
1 ora fa:Natalino Arturi protagonista al CantaNapoli: successo per “Nu poco e te”
12 minuti fa:Bonus Natalizio ai lavoratori delle imprese artigiane calabresi: l'Ebac Calabria stanzia 100mila euro
2 ore fa:Clandestini ammassati in locali fatiscenti: sequestrato un garage

Nel reparto Dialisi di Trebisacce, una delle ultime trincee dove si combatte la migrazione sanitaria calabrese

1 minuti di lettura

TREBISACCE – Proprio pochi giorni fa riportavamo un triste dato calabrese emerso dal report stilato da Agenas sulla migrazione sanitaria di prossimità che vede i cittadini della nostra regione costretti a fare le valigie per curarsi ed effettuare controlli in tempi accettabili. Una mobilitazione, questa, che vale circa 8 milioni di euro l’anno e che rimpingua le casse delle aziende sanitarie delle regioni limitrofe (leggi qui l’articolo).

Tanti, lo sappiamo bene, sono i pazienti che prenotano ed effettuano visite mediche - perlopiù legate ad esami diagnostici - in altre regioni d’Italia perché impossibilitati a farle nel proprio territorio. Nella zona della Sibaritide-Pollino questa tendenza è ben nota e si unisce alle innumerevoli battaglie per la riapertura dei presidi, alle richieste di garanzia del diritto alla salute e alle varie denunce di malasanità.

Ma come spesso accade, anche nelle situazioni più buie è possibile scorgere una luce, un barlume di speranza. È il caso dell’ospedale “Chidichimo” di Trebisacce (uno dei presidi che lotta da tempo per la riapertura completa della struttura), protagonista di una bella pagina di buona sanità legata al reparto di Dialisi, la cui anima pulsante è la dottoressa Bombina Mazza, professionista stimata e con grandissime competenze mediche. Bene, questo reparto rappresenta una delle ultime trincee difensive contro la migrazione sanitaria dell'Alto Jonio calabrese verso la Basilicata.

La dottoressa Mazza è riuscita e formare un team professionale e affiatato. In virtù di questa sinergia il Reparto rappresenta un punto di riferimento importante per tantissimi pazienti dializzati. Attualmente sono 40 le persone che usufruiscono di questo delicatissimo servizio, oltre ai 500 pazienti in ambulatorio, sotto la supervisione della sola dottoressa Mazza e di Vito Prospero, Coordinatore Infermieristico del Reparto che, con tutti gli altri infermieri (in totale 12), si prodigano per fronteggiare una situazione di estrema difficoltà e complessità cosicché tutti i pazienti possano sottoporsi con serenità alla dialisi.

Con grandissimo spirito di abnegazione, la dottoressa Mazza segue anche i pazienti in lista per il trapianto. Nonostante i problemi atavici e gravosi che sono costretti ad affrontare, i componenti di questa équipe si impegnano a mettere al primo posto la persona. A riprova di ciò, molti pazienti provenienti dalla Basilicata hanno deciso di continuare ad essere seguiti dal team della dottoressa Mazza pur avendo la possibilità di essere trasferiti in strutture più vicine.

La speranza è che il futuro della sanità segua questa direzione, ma per farlo è necessario mettere i nostri professionisti nelle condizioni di poter lavorare in modo più sereno e meno stressante.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.