8 ore fa:Il Parco Nazionale della Sila adotta il Piano per la gestione sostenibile del cinghiale
2 ore fa:Svelato il programma della XX Edizione della Festa della Bandiera
7 ore fa:Pista dell'elisoccorso a Bocchigliero: effettuati sopralluoghi in quattro siti
54 minuti fa:Bandiere blu che sventolano e risorse in arrivo per la Sibari-Co-Ro
4 ore fa:Il candidato di Cassano Antonello Avena fa un appello agli elettori fuori sede
9 ore fa:Anche Trebisacce chiede di entrare nella rete dei Comuni Autism Friendly
6 ore fa:Il calcio a Corigliano appeso tra presente, passato e disagi
5 ore fa:Il Gruppo Folklorico della Pro Loco di Castrovillari al "Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare"
1 ora fa:Castrovillari, cala il sipario sul Calabria Wine&Design Festival
3 ore fa:Amendolara tra i beneficiari del “Contributo nazionale per i servizi educativi dell’infanzia 2025”

Nel reparto Dialisi di Trebisacce, una delle ultime trincee dove si combatte la migrazione sanitaria calabrese

1 minuti di lettura

TREBISACCE – Proprio pochi giorni fa riportavamo un triste dato calabrese emerso dal report stilato da Agenas sulla migrazione sanitaria di prossimità che vede i cittadini della nostra regione costretti a fare le valigie per curarsi ed effettuare controlli in tempi accettabili. Una mobilitazione, questa, che vale circa 8 milioni di euro l’anno e che rimpingua le casse delle aziende sanitarie delle regioni limitrofe (leggi qui l’articolo).

Tanti, lo sappiamo bene, sono i pazienti che prenotano ed effettuano visite mediche - perlopiù legate ad esami diagnostici - in altre regioni d’Italia perché impossibilitati a farle nel proprio territorio. Nella zona della Sibaritide-Pollino questa tendenza è ben nota e si unisce alle innumerevoli battaglie per la riapertura dei presidi, alle richieste di garanzia del diritto alla salute e alle varie denunce di malasanità.

Ma come spesso accade, anche nelle situazioni più buie è possibile scorgere una luce, un barlume di speranza. È il caso dell’ospedale “Chidichimo” di Trebisacce (uno dei presidi che lotta da tempo per la riapertura completa della struttura), protagonista di una bella pagina di buona sanità legata al reparto di Dialisi, la cui anima pulsante è la dottoressa Bombina Mazza, professionista stimata e con grandissime competenze mediche. Bene, questo reparto rappresenta una delle ultime trincee difensive contro la migrazione sanitaria dell'Alto Jonio calabrese verso la Basilicata.

La dottoressa Mazza è riuscita e formare un team professionale e affiatato. In virtù di questa sinergia il Reparto rappresenta un punto di riferimento importante per tantissimi pazienti dializzati. Attualmente sono 40 le persone che usufruiscono di questo delicatissimo servizio, oltre ai 500 pazienti in ambulatorio, sotto la supervisione della sola dottoressa Mazza e di Vito Prospero, Coordinatore Infermieristico del Reparto che, con tutti gli altri infermieri (in totale 12), si prodigano per fronteggiare una situazione di estrema difficoltà e complessità cosicché tutti i pazienti possano sottoporsi con serenità alla dialisi.

Con grandissimo spirito di abnegazione, la dottoressa Mazza segue anche i pazienti in lista per il trapianto. Nonostante i problemi atavici e gravosi che sono costretti ad affrontare, i componenti di questa équipe si impegnano a mettere al primo posto la persona. A riprova di ciò, molti pazienti provenienti dalla Basilicata hanno deciso di continuare ad essere seguiti dal team della dottoressa Mazza pur avendo la possibilità di essere trasferiti in strutture più vicine.

La speranza è che il futuro della sanità segua questa direzione, ma per farlo è necessario mettere i nostri professionisti nelle condizioni di poter lavorare in modo più sereno e meno stressante.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.