2 ore fa:AVS : «Ancora tagli indiscriminati alla centrale di Rossano, Enel dichiari le sue intenzioni per il sito»
3 ore fa:La comunità di Campana saluta Don Francesco Bomentre
3 ore fa:Tragico incidente sulla SS 283 “delle Terme Luigiane”: un morto
3 ore fa:“Io, Paolo. La voce che resta” : gli studenti dell’Erodoto incontrano Fiammetta Borsellino
2 ore fa:Successo per il primo "Trofeo Halloween Judo”: oltre 200 atleti in gara al PalaPirossigeno di Rende
57 minuti fa:"Note in Biblioteca Pometti": a Co-Ro nasce una nuova nuova rassegna musicale
4 ore fa:Fillea Cgil lancia l'allarme sul lavoro nero: «Milioni di irregolari in Italia. In Calabria bomba sociale»
26 minuti fa:Innovazione, Pomillo: «Per le minoranze linguistiche è una condizione di sopravvivenza culturale»
4 ore fa:Ecco il sistema per eradicare il caporalato: arrivano le liste bianche dell'agricoltura legale
1 ora fa:Campotenese, preoccupazione crescente per l’ipotesi di un centro d’accoglienza

«L'ambientalismo estremo favorisce gli incendi boschivi»

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «L'ambientalismo estremo favorisce gli incendi boschivi. È proprio così. Da vent'anni a questa parte l'ambientalismo estremo di alcune associazioni favorisce e amplifica il volume degli incendi boschivi. Alla luce dei recenti incendi boschivi nella nostra montagna, occorre denunciare anche questa illogica mentalità: gli ambientalisti sostengono che il bosco non può essere ripulito dal legname secco in quando ricettacolo di piccoli animali e di biodiversità intatta, che non si può alterare, insomma l'uomo non può intervenire manualmente nel sottobosco».

È quanto scrive in un comunicato stampa Ernesto Borromeo, volontario Associazione Le Aquile, Corigliano-Rossano.

«Questo significa che negli anni si accumula tanta biomassa legnosa secca da raggiungere in alcuni punti, anche mezzo metro di spessore. Quando si verifica un incendio boschivo, causato - già lo sappiamo - dalla mano umana, non bruciano solo gli alberi, ma brucia tutta l'enorme massa di legname secco accumulatosi nel sottobosco. Anticamente invece, grazie agli usi civici, la popolazione poteva raccogliere la biomassa legnosa nel bosco senza alcuna conseguenza e con essa si riscaldavano le case, senza pagare nessuna bolletta di gas, in modo gratuito».

«Oggi con i vincoli forestali dettati dalla ottusa e irresponsabile mentalità ambientalista, la biomassa legnosa deve restare nel bosco e se si raccoglie un po' di legna per il caminetto, si rischia una bella multa. Cari ambientalisti, non è il caso di ritornare un po' indietro nel tempo e ricominciare a fare quello che i nostri nonni, molto più saggi di noi, facevano e che risolverebbe tanti problemi? Criticità come gli incendi, il riscaldamento domestico, il dissesto idrogeologico, e la disoccupazione, anche perché i disoccupati si possono utilizzare per la manutenzione e la pulizia del territorio».

(Fonte foto lifegate)

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia