Il punto di primo intervento del "Cosentino" è a rischio chiusura: mancano medici
A lanciare l'allarme il sindaco di Calopezzati, Antonello Giudiceandrea: «Vi chiedo di mettere in atto tutte le contromisure possibili affinché venga scongiurato il rischio della chiusura»
CARIATI - «Apprendiamo che il Punto di Primo Intervento dell'Ospedale Cosentino di Cariati versa in grave carenza di organico per quanto riguarda i medici in servizio. La nostra zona non può sopportare, a maggior ragione durante il periodo estivo, la chiusura di questo importante servizio. In qualità di Sindaco di Calopezzati vi chiedo di mettere in atto tutte le contromisure possibili affinché venga scongiurato il rischio della chiusura del PPI di Cariati. Vi chiedo, inoltre, che si porti a compimento il progetto di avere al Cosentino un vero e proprio Pronto Soccorso e quindi il suo reinserimento nella rete ospedaliera come presidio sanitario in zona disagiata».
Con queste parole il sindaco di Calopezzati, Giudiceandrea, si appella al commissario Asp, Antonello Graziano, e al presidente della Regione Calabria e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto. Quest'ultimo, un mese fa, rassicurava sull'impegno di riaprire il nosocomio: «L’ospedale sarà riorganizzato. Garantite tutte le specialità mediche e chirurgiche di base».
Ad oggi, i medici in servizio nel Ppi del Vittorio Cosentino sono tre e dovrebbero essere sei, e le ambulanze partono non medicalizzate. Questi sono disagi per tutti i paesi limitrofi, non soltanto per Cariati.
Non bisogna infatti dimenticare che l'ospedale Vittorio Cosentino, rappresenta un punto di riferimento per le aree della presila greca, dell’alto crotonese e del basso Jonio cosentino, con un bacino che attualmente, in pieno periodo estivo, supera i trecentomila utenti. Se questo dovesse chiudere, non solo la popolazione di Cariati, ma anche quella di questi territori, dovrebbe confluire - se ci arriva, vista la distanza - nel primo ospedale vicino, e quindi probabilmente, nel Giannettasio di Rossano, già saturo di per sè.
Siamo a conoscenza della lentezza dei procedimenti burocratici; il problema è la velocità con cui scorrono i minuti per salvarci o salvare una vita, mentre giungiamo al primo ospedale vicino, spesso non prima che sia trascorsa un'ora.