14 ore fa:Borsa di studio "A. Amarelli", «Fare rete è imprescindibile per il futuro dei nostri giovani»
11 ore fa:Il Circolo Culturale rossanese torna con un ciclo di lezioni sulla "Storia di Rossano e del Territorio"
13 ore fa:L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri inaugura a Co-Ro una serie di incontri per gli associati
16 ore fa:Antoniozzi e De Francesco (FdI) su Baker Hughes: «Incredibile rinunciare all'investimento»
17 ore fa:Gli scout di Cassano1 in visita a Casal di Principe nei luoghi di Don Peppe Diana
11 ore fa:«La città affonda e Stasi dà la colpa a tutti tranne che a sé stesso»
12 ore fa:La valanga Agostinelli sulle foglie di fico di Stasi: «È mancata la volontà politica!» | VIDEO
13 ore fa:Confindustria Cosenza: giovani imprenditori a scuola di leadership con il campione rugbista Bergamasco
16 ore fa:Caputo e Romano: «In città è negato l’accesso agli atti»
12 ore fa:Baker Huges, Straface: «Le responsabilità sono solo di Stasi»

Il fiore delle spose inebria la Piana di Sibari, storia e leggenda della zagara

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Profumo di zagara, profumo di Calabria anzi, profumo di Piana di Sibari. Non solo, il fiore degli aranci e dei limoni, nonché del bergamotto è anche il fiore delle donne innamorate. Nel territorio dell’alto Jonio cosentino, da aprile e per l’intero mese di maggio, il profumo delle zagare pervade tutto.

Dalla costa fino alla collina le distese di agrumi si colorano di bianco e l’essenza di questo fiore, distintivo del nostro territorio, arriva fino al cervello. Il suo nome deriva dall’arabo zahrar, che vuol dire “fiore bianco”, riprendendo la colorazione tipica dei suoi petali.

Il fiore delle spose, è da sempre al centro di leggende ma anche parte integrante delle più costose essenze prodotte nel mondo. Andiamo per ordine e vediamo come mai, il fiore che abbellisce i campi di agrumi, predominanti nella Piana di Sibari, è legato alle indissolubilmente alle nozze.

Un’antica leggenda narra di un re che un giorno ricevette in dono una pianta di arancio, da una meravigliosa fanciulla e la fece piantare nel giardino del suo castello in Sicilia. Un ambasciatore, giunto in visita, chiese al re se potesse regalargliene un ramoscello, ma questi rispose che non voleva condividere con nessuno la bellissima pianta. A quel punto, l’ambasciatore chiese al giardiniere del castello se potesse tagliare un ramo dall’albero e darglielo. Il giardiniere lo accontentò e fu ricompensato con 50 monete d’oro che regalò alla figlia la quale finalmente ebbe una dote e trovò marito. Il giorno del fatidico sì la fanciulla adornò i suoi capelli con i fiori d’arancio, dato che proprio grazie a quella pianta aveva avuto la possibilità di sposarsi ed essere felice.

Altra leggenda invece, vuole che le tre figlie di Altante e della Notte, custodivano un albero dal frutto meraviglioso, questo albero era un arancio che Zeus aveva regalato alla dea Terra per le nozze, da qui la famosa associazione.

Dai fiori si ottengono non solo l’olio essenziale di neroli, per distillazione a vapore dei boccioli freschi, ma anche la concreta, l’assoluta e l’acqua di fiori d’arancio tutti ingredienti fondamentali di profumi tra i più costosi e venduti al mondo, tra cui Neroli Portofino di Tom Ford dal costo di 400 euro circa 100 ml o Iris Nobile, Acqua Di Parma anche questo molto costoso.

Gli abitanti della Piana di Sibari invece, hanno la grande prerogativa di sentire e farsi inebriare da questa fragranza a costo e chilometro zero.

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive