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Sanità, ecco il nuovo Atto aziendale: la vera sfida è applicarlo subito, prima delle urne

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Ora basta carte, basta promesse e basta rinvii. La sanità nella Calabria del nord-est non può più vivere di atti deliberativi che restano sulle scrivanie di politici e burocrati che, come spesso è accaduto in passato, rischiano di diventare terreno di scontro elettorale.

Il Direttore generale dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Antonello Graziano, ha redatto e approvato due giorni fa (il 19 agosto scorso) l’Atto aziendale dell’ASP (Delibera n. 2000/2025), che ridisegna finalmente la rete ospedaliera. Soprattutto nel territorio della Calabria del nord-est dove continua ad esserci un’arsura atavica di servizi e assistenza sanitaria efficiente ed efficace.

Bene, il nuovo atto aziendale prevede tante cose, mette a terra una strategia mirata alla riorganizzazione complementare dei due presidi spoke di Corigliano-Rossano e, ovviamente, anche degli altri ospedali e spoke del territorio. Il problema è che se non verrà applicato ora, subito, prima delle prossime elezioni regionali del 5 e 6 ottobre, sarà l’ennesima occasione per lasciare un atto, che porta con sé del coraggio, nelle mani della propaganda elettorale, farcita di campanilismi e promesse senza seguito. Insomma, se non applicato prima delle urne, l’atto aziendale rischia di tramutarsi in una vera e propria bagarre tra destra e sinistra. Il coraggio, quindi, è metterlo in pratica. Immediatamente.

Il caso più emblematico, dicevamo, è quello degli ospedali di Corigliano-Rossano, che da anni pagano la convivenza di due presidi di fatto dimezzati, il “Giannettasio” e il “Compagna”. Strutture che in teoria avrebbero dovuto essere complementari, ma che in realtà si sono spesso trovate in concorrenza tra loro, con reparti sdoppiati, organici insufficienti e percorsi clinici incerti.

Il nuovo Atto aziendale mette ordine e stabilisce una divisione chiara delle funzioni che sicuramente non mancherà di critiche feroci e violente ma che porta con sé una razionalità delle cose.

Ecco cosa prevede la suddivisione dei presidi. Nel plesso di Rossano è prevista la dislocazione del Pronto Soccorso h24, la Terapia Intensiva/Rianimazione, la Cardiologia con UTIC, la Chirurgia Generale, l’Ortopedia e la Traumatologia, il punto nascita con Ostetricia e Ginecologia, la Pediatria e la Neonatologia e, ovviamente, il Blocco operatorio. Nel plesso di Corigliano, invece, è previsto l’insediamento di tutte le branche di Medicina Interna con i rispettivi reparti (da Nefrologia a Oncologia), la Riabilitazione, la Dialisi e i Servizi di supporto all’area medica e cronica.

Una scelta logica, già prevista dal DCA64/2016 dell’allora Commissario Scura (e mai attuata proprio a causa dei campanilismi) che prevede l'emergenza-urgenza e l’area chirurgica a Rossano, affidando a Corigliano la gestione delle cronicità e dell’area medica. Così si eliminano doppioni e si garantisce maggiore efficienza, in attesa che il futuro Ospedale della Sibaritide diventi realtà. Ma proprio su quest’ultimo punto si apre un’altra incognita: i cantieri, già in ritardo rispetto al progetto originario del 2007, nonostante stiano macinando lavoro a tambur battente, grazie all’opera messa in campo dalla Società D’Agostino, hanno subito ulteriori danni con i recenti incendi dolosi. E la scadenza di ottobre 2026, fissata per la consegna, oggi appare tutt’altro che sicura.

Ecco perché la riorganizzazione decisa dall’ASP non può restare lettera morta: deve essere applicata subito. La gente non può aspettare un’opera che rischia di arrivare fuori tempo massimo.

Gli altri territori

L’Atto aziendale ridisegna anche gli altri presidi della provincia. A Cassano Jonio sarà rafforzato il distretto sanitario con ambulatori specialistici per pazienti cronici, diabetologia e neuropsichiatria infantile. A Castrovillari resta centrale lo spoke del Pollino, con rianimazione, ortopedia, chirurgia, pediatria, cardiologia e un potenziamento dell’area oncologica e diagnostica. A Trebisacce, l’ospedale “Chidichimo” viene finalmente riconosciuto come presidio di base con pronto soccorso h24, medicina e riabilitazione. Più incerto, invece, il destino di Cariati, dove l’ex ospedale resta Casa della Salute, con poliambulatori, dialisi e diagnostica di primo livello.

Il disegno è chiaro, i ruoli sono definiti. Tocca alla politica e alla burocrazia, ora, assumersi la responsabilità di trasformare l’Atto Aziendale in realtà. Se si aspetta ancora, se si lascia che tutto resti sospeso fino alle urne, i cittadini capiranno che l’ennesima occasione è stata bruciata. La sanità non può più essere merce di scambio o terreno di contesa. Perché il diritto alla salute, alle nostre latitudini, deve funzionare oggi… che è già troppo tardi.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.