Gaza, nella Sibaritide una serata di memoria e denuncia
Continuano gli eventi partecipati per ricordare la tragedia del popolo palestinese

CORIGLIANO-ROSSANO- Una serata intensa, partecipata e partecipante, che ha riportato i presenti a remare controcorrente nella memoria e nella coscienza collettiva. Centinaia di persone si sono ritrovate per testimoniare la tragedia del genocidio del popolo di Gaza, un dramma che continua a consumarsi sotto gli occhi del mondo intero.
Grazie al contributo del Sindaco Maria Teresa Aiello, di Vincenzo Fullone, Loredana Muraca, Luigina Diletto, Giusy Stasi, Evelina Viola, Giovanni Spedicati, Angelo Broccolo, dei lettori e delle lettrici intervenuti, e dello scrittore Umberto Romano, la serata ha assunto un valore ancora più profondo. Proprio attraverso le pagine del suo libro “Palestina – Diario di Guerra”, Romano ha raccontato la tragedia quotidiana di un popolo che muore ogni giorno sotto le bombe, nella fame e nella disperazione.
L’evento ha rappresentato il quarto appuntamento di un percorso iniziato a Schiavonea-Lido Sant’Angelo, proseguito a Cropalati e sul lungomare di Mirto, e che continuerà sabato 24 con una nuova tappa ai Laghi di Sibari – Art Festival.
Particolarmente toccante il brano letto durante la serata, tratto dal libro di Romano: «Se dovessi morire, tu devi vivere per raccontare la mia storia, per vendere le mie cose e comprare un po’ di carta e qualche filo, per farne un aquilone grande, bianco, cosicché un bambino, da qualche parte, guardandolo con negli occhi il volto del padre partito per la guerra senza dire addio, possa pensare per un attimo che sia un angelo in cielo, venuto a riportare amore. Se dovessi morire, fa che porti speranza, fa che sia solo un racconto, e non la realtà».
Un testo che denuncia con forza le nefandezze e l’aggressione al popolo palestinese, che dura da oltre settant’anni tra il silenzio e l’inazione della comunità internazionale.
Oggi – è stato ribadito durante la serata – la tragedia ha raggiunto l’apice: la gente muore di fame sotto le bombe, in un genocidio che rievoca le pagine più buie della storia del Novecento, quando il nazismo seminava morte e distruzione.
L’invito finale, forte e condiviso, è stato quello di restare uniti, non smettere di denunciare e ricordare, e chiedere a Dio pietà per l’umanità intera, troppo spesso complice con la propria indifferenza.