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Violenza giovanile, Renzo: «Senza sicurezza non esiste educazione»

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Secondo il Rapporto ESPAD®Italia condotto dall'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) in Italia il fenomeno della violenza giovanile ha una preoccupante curvatura di crescita. I dati di terrenza più estremi indicano che nel 2024 circa il 6,2% degli adolescenti ha danneggiato beni pubblici o privati e il 5,8% ha causato gravi lesioni a qualcuno, spesso tali da richiedere cure mediche. - Il problema non è solo che la violenza aumenta. Il problema è che chi la esercita oggi si sente autorizzato.

Parte da questi numeri incontrovertibili e preoccupanti da qui la riflessione della pedagogista Teresa Pia Renzo, intervenendo sul dilagare di episodi violenti che hanno stanno interessando, ormai da tempo, anche Corigliano-Rossano ed il territorio della Sibaritide, riportando il tema dentro il suo campo naturale: quello dell’educazione. 

«Perché, quando la violenza diventa ripetitiva, prevedibile e impunita – sottolinea - smette di essere emergenza e diventa struttura sociale. E quando accade questo, l’educazione entra in crisi».

Secondo la pedagogista che da oltre 20 anni è impegnata nella sua attività professionale, ciò che alimenta la violenza non è solo la rabbia individuale, ma la percezione diffusa che non esista una reale conseguenza. Condanne minime, percorsi di rieducazione formali, rientri rapidi nella società senza una valutazione profonda della pericolosità sociale: tutto questo costruisce un messaggio implicito ma chiarissimo. Chi agisce violenza non teme davvero di perdere nulla. 

«E quando una società trasmette questo messaggio – osserva – la violenza non si contiene, si moltiplica».

Il dato più allarmante, dal punto di vista pedagogico, non è solo chi aggredisce, ma chi subisce. Cresce la paura di reagire, di difendersi, di esporsi. Cresce il timore di essere puniti più di chi commette il reato. «Questo rovesciamento del senso di giustizia genera una frattura profonda: il cittadino smette di sentirsi tutelato e interiorizza l’idea che difendersi sia sbagliato. Una comunità che ha paura di difendersi – aggiunge – è una comunità educativamente fragile».

Poi c’è un altro aspetto della violenza che è l’esito finale di una rabbia accumulata. «Rabbia che nasce da frustrazioni – sottolinea ancora - da aspettative disattese, da condizioni di vita indegne, da assenza di prospettive. Ma proprio per questo non può essere gestita con slogan, né con interventi simbolici. Serve monitoraggio reale, studio dei dati, analisi delle condizioni sociali, lettura delle cause. Solo comprendendo perché la rabbia cresce si può pensare di contenerla. Tutto il resto è narrazione, non governo».

Un passaggio cruciale riguarda i minori autori di reato. La tutela del minore non può trasformarsi nella cancellazione del danno subito da chi è vittima. 

«Ogni atto ha una responsabilità, e questa responsabilità ricade anche sugli adulti di riferimento. Senza un sistema che tuteli chi subisce, la violenza si normalizza. E quando si normalizza, diventa cultura»

«Ciò che spesso viene percepito come distante, televisivo, nazionale, in realtà è già presente nei territori. Risse notturne, vandalismi, aggressioni, omertà diffusa. Non è vero che succede altrove – avverte Renzo – succede dietro l’angolo. Il silenzio, la mancata denuncia, la rassegnazione sono il terreno più fertile per la violenza sistemica»

Che cosa stiamo insegnando ai bambini? Si chiede, inoltre, la pedagogista. «Se diciamo ai più piccoli di rispettare le regole, di credere nello Stato, di fidarsi delle istituzioni, ma poi mostriamo una realtà in cui la tutela non è garantita, stiamo educando – avverte - alla disillusione. L’educazione non può reggere se ciò che insegna viene smentito ogni giorno dalla realtà».

«Senza sicurezza non c’è educazione, senza tutela non c’è legalità, senza uno Stato credibile non c’è futuro educativo. Non si tratta di repressione – conclude Renzo – ma di responsabilità. Uno Stato che tutela, previene. Uno Stato che abdica, produce rabbia. E la rabbia, prima o poi, esplode».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.