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Nastro della Legalità al docufilm che cerca di spiegare l'origine e l'espansione della ‘ndrangheta

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il racconto “Se dicessimo la verità” di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano, è un documentario che viaggia in lungo e in largo attraverso il quale si interagisce con le parti che, si trovano coinvolte anche indirettamente nei giri di criminalità, nello specifico la ‘ndrangheta.

Eletto vincitore del Nastro della legalità, premio assegnato dalla giuria dei Nastri d’Argento, conferma pienamente il successo di pubblico registrato dal docufilm, proiettato per la prima volta il 23 maggio del 2021, nella Giornata nazionale della legalità, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, su Rai Uno.

Le giornaliste hanno sviluppato una narrazione corale del fenomeno, attraverso la testimonianza di magistrati che indagano, imprenditori che denunciano, giornalisti che nonostante le minacce non si tirano indietro, insegnanti e operatori del mondo scolastico che si impegnano in prima persona, fino a raccogliere le testimonianze di parenti delle vittime, le associazioni e le imprese che si uniscono e propongono nuove forme di imprenditoria.

Una ricerca che va da Vienna a Copenaghen, da Malta ad Amsterdam, dal Sud Italia a Londra. L’obiettivo è capire cosa si può fare per reagire a questo colpevole torpore, ad una rimozione di massa che elude il problema.

Dall’origine della ‘ndrangheta in Calabria si percorre il processo di espansione dell’organizzazione mafiosa, giunta a conquistare l’Europa e non solo.

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive