«Necessario riaprire la sala convegni di Sibari. I ragazzi hanno bisogno di spazi di cultura e svago»
È quanto chiede Francesco Garofalo, presidente del centro studi “Giorgio La Pira": «Le giovani generazioni soffrono per mancanza cronica di spazi pubblici per l'aggregazione giovanile»
CASSANO JONIO - «La sala convegni di Sibari, costata centinaia milioni delle vecchie lire, va riaperta. È un sacrosanto diritto dei giovani, usufruire di un luogo di socializzazione».
Lo sostiene Francesco Garofalo, presidente del centro studi “Giorgio La Pira”, di Cassano Jonio.
«È sempre più pressante la richiesta dei ragazzi poter utilizzare la struttura, atteso, che sono poche le occasioni dove potersi incontrare. Se si esclude – evidenzia Garofalo - la parrocchia che svolge un ruolo educativo fondamentale, mancano luoghi di cultura e di svago. È il momento di rendersi conto che le giovani generazioni soffrono di una mancanza cronica di spazi pubblici per la cultura e l'aggregazione giovanile».
«Assenza – spiega - che si fa sentire ancora più forte in questo momento particolare dove le norme del distanziamento fisico limitano le attività di quelle realtà che provano a proporre un tipo di socialità diversa. Ai giovani e ai giovanissimi vanno date regole ma anche spazi sicuri dove potersi esprimere liberamente, dove fare e fruire cultura e divertirsi in modo sano».
«Siamo consapevoli di quanto sia complessa la situazione– commenta il presidente del Centro La Pira -, ma non possiamo lasciare questa problematica al caso. In gioco qui non c’è solo la sopravvivenza delle tantissime associazioni, scuole e società sportive e culturali del territorio, ma anche la componente più didattica e di svago di tante bambine e bambini, ragazze e ragazzi che dedicano i loro pomeriggi alle più disparate attività e dei genitori, lavoratori e non, che non saprebbero più dove lasciare i propri figli dopo la scuola».
«Pensiamo per esempio, ad una sala multimediale con annessa biblioteca, ma anche una sala giochi per i più piccoli. Lo impone il momento – conclude -, ma anche la custodia e la cura dei beni pubblici».