Terzo Megalotto sulla 106: il Sindaco di Amendolara scrive al Prefetto
Antonello Ciminelli: «Sulla ricaduta occupazionale intervenga lo Stato. Il territorio chiede trasparenza»
AMENDOLARA - Il sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, ha scritto una lettera al Prefetto di Cosenza, dottoressa Cinzia Guercio, chiedendo il suo intervento in materia di trasparenza per ciò che concerne la ricaduta occupazionale nei lavori del Terzo Megalotto da Sibari a Roseto Capo Spulico. Mentre si sta aprendo qualche cantiere e si vedono i primi mezzi all'opera, tutto tace sul fronte occupazione, in barba alle promesse sbandierate ai sindaci su fantomatici posti di lavoro, addirittura duemila, che si sarebbero resi disponibili con l'avvio dei cantieri.
«Tanti cittadini dell'Alto Jonio e della Sibaritide guardano a quest'opera con tante aspettative ma ancora oggi - denuncia il sindaco Ciminelli - nulla si conosce in tema di assunzioni e reclutamento personale». Il sindaco di Amendolara ricorda come negli anni passati, in sede di trattative e di confronti con Anas e ministeri, ai primi cittadini che ponevano problemi di impatto ambientale veniva posta sul piatto della bilancia la contropartita occupazionale che avrebbe dato respiro ad un'area depressa.
«Tutti i cittadini interessati, tutte le ditte del territorio dovrebbero conoscere i criteri per un'eventuale assunzione. Le figure richieste nei cantieri e nei campi base sono sicuramente diverse e non solo operai altamente specializzati come qualcuno ci ha detto - precisa Ciminelli -. Noi sindaci al momento siamo all'oscuro di tutto e non sappiamo cosa rispondere a i nostri concittadini che chiedono informazioni su eventuali possibilità lavorative».
Il sindaco di Amendolara, sempre in prima linea per le questioni che riguardano lo sviluppo del comprensorio, si rivolge al Prefetto di Cosenza mostrando tutta la sua preoccupazione e la solitudine dei sindaci di fronte ad un'opera infrastrutturale tra le più importanti d'Italia che se non governata bene rischia di creare profonde spaccature sociali. «Lo Stato deve dare delle risposte e deve certificare la sua presenza in termini occupazionali e quindi di trasparenza, rispettando le promesse fatte al territorio - dice Ciminelli -. Altrimenti c'è il serio rischio che su questo ghiotto piatto salti a piè pari l'antistato, il malaffare, la mafia».