Pesca sperimentale della sardella: «Le piccole imbarcazioni escluse “silenziosamente”», denuncia Martilotti
Il Presidente del “Comitato Pescatori Calabria” chiede regole certe, liquidità e azioni a sostegno per far ripartire la piccola pesca
CORIGLIANO-ROSSANO - «L’emorragia di flotta, redditi ed addetti in questo ultimo anno ha visto nella nostra Regione la fuoriuscita di imbarcazioni e occupati. Le catture si sono ridotte di diverse tonnellate, così come il valore della produzione. Un segnale preoccupante a seguito dall’emergenza da Covid-19 in aggiunta alla crisi strutturale che da anni attraversa la pesca calabrese. Il settore è in ginocchio, mentre la piccola pesca artigianale è in stato comatoso se consideriamo che la flotta calabrese (circa 800 battelli, poco meno del 6% del naviglio italiano) si caratterizza per una forte componente artigianale e per un rilevante impatto sul tessuto economico locale».
È quanto afferma in un comunicato stampa Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria” che così continua: «La piccola pesca artigianale, oltre che dall’emergenza sanitaria, è stata falcidiata negli ultimi anni dai divieti sulle “pesche tradizionali”, che coinvolgono circa il 70% delle imbarcazioni di piccola pesca per un totale di circa 1.000 addetti. Noi del Comitato Pescatori Calabria inizialmente abbiamo apprezzato molto gli annunci fatti dall’assessore regionale agricoltura e pesca, in particolare, abbiamo valutato positivamente il bando per la “pesca sperimentale alla sardella per la selezione di barche idonee alla realizzazione di campagne annuali per il 2021 e il 2022” al quale hanno aderito diversi nostri associati».
«Tuttavia, - continua Salvatore Martilotti - quando è offuscata la trasparenza sulle modalità operative aumentano le preoccupazioni, non solo perché siamo stati esclusi senza nessuna risposta alle istanze presentate, ma anche mortificati per nessuna comunicazione da parte della Regione Calabria. Se ci è consentito non condividiamo queste modalità applicative, non solo per l’esclusione della stragrande maggioranza dei 154 battelli compresi nell’elenco del Mipaaf dell’ultima campagna di pesca del 2010».
«I nostri associati, - aggiunge - come previsto, entro dieci giorni hanno aderito al bando, anche se abbiamo compreso subito che i battelli inferiori ai 10 metri, di fatto, erano esclusi in partenza pur essendo la flotta da pesca regionale composta in gran parte di imbarcazioni di pesca inferiori ai 10 mt. E poi aver inserito l’obbligatorietà negli ultimi tre anni del libro giornale (obbligatorio solo per i battelli superiori ai 10 metri), sanciva l’esclusione dei piccoli battelli della pesca artigianale. Noi non contestiamo l’esclusione dei nostri associati dalla partecipazione a questo tipo di pesca sperimentale che ci può anche stare, ma sicuramente non condividiamo le modalità “silenziose” di un agire che non aiuta il settore, ma contribuisce solo ad impoverirlo e ricacciarlo all’indietro».
«È esagerato dire – incalza - che la Calabria con queste modalità sembra una regione anomala e difficile? È possibile che se sei figlio di nessuno sei fuori da tutto? Certo comprendiamo che siamo in prossimità del voto per l’elezione del nuovo presidente della Regione e del nuovo Consiglio regionale, dopo la scomparsa prematura della presidente Jole Santelli e, pertanto, riusciamo a comprendere anche la frenesia di far capire agli operatori del settore che si sta facendo molto, anzi di più rispetto al recente passato».
«E poi, - conclude Salvatore Martilotti - considerato anche che siamo alla conclusione della programmazione dell’Unione Europea 2014-2020 e che diventa significativo dimostrare di aver speso bene i fondi comunitari del FEAMP, diventa spontaneo rivolgere delle domande ai nostri amministratori: Con i fondi FEAMP abbiamo raggiunto risultati importanti per l’occupazione e lo sviluppo economico, soprattutto in questo momento di grave emergenza sanitaria? I FLAG secondo la PCP dell’Unione europea hanno contribuito in modalità inter-settoriale ad accompagnare il settore verso un nuovo modo di intendere l’attività di pesca costiera artigianale? Al momento registriamo solo, in queste ultime settimane, i comunicati stampa dell’assessore regionale all’agricoltura. Bene, è fra i compiti di un amministratore pubblico dimostrare che per “spirito di servizio” sta facendo molto, anzi di più. Tuttavia, non sarebbe più opportuno coinvolgere tutti i pescatori, anche quelli non molto allineati, per condividere gli strumenti a sostegno per la ripartenza del settore al tempo del Covid-19 e ripartire con il via libera della UE per l’importante attività delle pesche tradizionali che ha la capacità di coinvolgere l’intera filiera e, soprattutto, la gastronomia legata al mare, vera delizia con i sapori del caviale dei poveri?».