Cassano Jonio è una città ferita dalla presenza asfissiante della criminalità organizzata. L’onda gettata sulla comunità dai fatti di sangue, tra i quali l’omicidio del piccolo Cocò Campolongo, è una ferita che va rimarginata. La visita di Papa Francesco ha risvegliato le coscienze e oggi c’è una società che prova a rialzarsi e a costruire una nuova prospettiva di crescita economica e sociale all’insegna della legalità e trasparenza. A Cassano da tempo c’è una nuova amministrazione comunale guidata da
Gianni Papasso, un Sindaco impegnato a ricostruire la fiducia tra istituzioni e cittadini e a dare un futuro alla comunità cassanese. L’iniziativa del senatore
Nicola Morra di presentare un’interrogazione parlamentare sulle vicende della “Garafalo Group”, chiedendo lo scioglimento del Consiglio Comunale, tende a sparare nel mucchio, creare confusione senza distinguere all’interno della società cassanese chi si batte per favorire la mafia e chi la combatte ogni giorno con azioni concrete.
SENATORE MORRA HA INSEGNATO PER DUE ANNI A CASSANO JONIO
Il senatore Morra, che a Cassano ha insegnato per due anni, però, dimostra di essere non solo prevenuto verso la città di Cassano, ma anche disinformato, forse da qualche suggeritore prezzolato e interessato a colpire i socialisti per non aver ottenuto qualche prebenda. Al Senatore Morra vogliamo ricordare che l’attuale amministrazione, appena venuta a conoscenza dell’interdittiva antimafia alla società “Garofalo Group”, azienda che aveva ottenuto degli affidamenti di lavori durante la gestione commissariale nominata dalla Prefettura di Cosenza, ha provveduto non solo a revocare ogni contratto, ma ha chiesto e ottenuto con un atto politico forte, la sfiducia del presidente del consiglio comunale
Luigi Garofalo, stretto congiunto dei titolari dell’impresa interdetta. Su questo atto si è pronunciato anche il
Tar di Catanzaro riconoscendo la correttezza della procedura. Ricordiamo al senatore Morra che è stato l’attuale Sindaco Gianni Papasso a chiedere conferma dell’interdittiva antimafia alla Prefettura di Cosenza dopo che era venuto a conoscenza di un ricorso al Tar contro il provvedimento da parte dei titolari dell’azienda. Ignorare i fatti e alimentare il populismo come fa il
senatore Morra, non fa bene alla democrazia e alle istituzioni. Morra dimostra si essere quello che è, un campione del qualunquismo e del pressapochismo.