Acqua contaminata da escherichia coli, scatta l’ordinanza: vietato berla e cucinare senza bollitura
Il provvedimento arriva dopo una comunicazione dell’ASP di Cosenza – SIAN Castrovillari, che ha riscontrato il superamento dei limiti microbiologici previsti per l’acqua del serbatoio “San Martino” di Altomonte, acqua destinata al consumo umano
ALTOMONTE – Scatta l’allarme nel comune di Altomonte dopo che le analisi condotte dall’ASP di Cosenza – SIAN Castrovillari hanno evidenziato la presenza di batteri Escherichia coli nell’acqua distribuita dal serbatoio “San Martino”, che alimenta l’acquedotto comunale del centro abitato.
A seguito della segnalazione ufficiale, il sindaco Gianpietro Carlo Coppola ha emanato l’ordinanza n. 76 del 6 novembre 2025, con la quale dichiara non potabile l’acqua erogata e vieta l’utilizzo per scopi alimentari e igienico-personali. La misura è stata adottata in via precauzionale per tutelare la salute pubblica.
L’Escherichia coli è un microrganismo normalmente presente nell’intestino umano e animale, ma la sua individuazione nell’acqua potabile indica una contaminazione di origine fecale. Alcuni ceppi possono provocare disturbi gastrointestinali, febbre, nausea e, nei casi più gravi, infezioni intestinali. Per questo motivo, la normativa italiana (D.Lgs. 31/2001) stabilisce tolleranze minime e impone l’immediata sospensione dell’uso potabile in caso di superamento dei limiti.
L’amministrazione comunale invita i cittadini a non utilizzare l’acqua del rubinetto per bere, cucinare, lavarsi i denti o preparare alimenti per l’infanzia, se non dopo accurata bollitura. È invece consentito l’uso per pulizia domestica, servizi igienici e altre attività non alimentari. Gli uffici tecnici del Comune, in collaborazione con l’ASP, hanno già avviato gli interventi di sanificazione e campionamento per individuare l’origine della contaminazione e ripristinare la normalità nel più breve tempo possibile.
L’ordinanza è stata trasmessa alle autorità competenti – ASP di Cosenza, Carabinieri e Polizia Locale – e pubblicata sull’Albo Pretorio online del Comune. Copie cartacee sono state affisse nei punti principali del territorio per garantire la massima diffusione dell’avviso.
Nel frattempo, il sindaco Coppola ha rassicurato la popolazione: «L’episodio è sotto controllo. Sono in corso tutte le verifiche necessarie per riportare i parametri dell’acqua entro i limiti di legge e garantire la piena sicurezza del servizio idrico».
Il caso dell’acqua non potabile ad Altomonte riporta alla ribalta un tema più ampio: l’efficacia dei sistemi di controllo e comunicazione sulla qualità dell’acqua potabile. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza (ASP) effettua regolarmente le analisi sui campioni prelevati nelle reti idriche comunali, ma non in modo quotidiano. Quando viene rilevata la presenza di agenti contaminanti, come l’Escherichia coli, la procedura prevede che il Comune venga informato entro 48 ore dall’esito del test di laboratorio.
Questo meccanismo, però, comporta una criticità evidente: il ritardo temporale. L’inquinamento, infatti, potrebbe essere iniziato giorni prima del prelievo, esponendo inconsapevolmente la popolazione al rischio di contaminazione.
Nel caso dell’Escherichia coli, il periodo di incubazione nell’uomo può variare da 6 a 72 ore, e il contagio non avviene solo per ingestione diretta, ma anche attraverso il contatto con mucose o superfici contaminate, ad esempio durante l’igiene orale o personale.
In questo scenario, la comunicazione ufficiale di “non utilizzare l’acqua per usi potabili” rischia di arrivare quando il pericolo ha già prodotto i suoi effetti. Da qui la necessità di un salto tecnologico: servono sistemi di monitoraggio automatici, in tempo reale, capaci di rilevare immediatamente la presenza di agenti patogeni e di attivare in modo istantaneo l’allerta e la modifica dello stato di potabilità dell’acqua.
Un controllo continuo e digitalizzato della rete idrica rappresenterebbe la vera garanzia di tutela per la salute pubblica, evitando che la prevenzione arrivi, come troppo spesso accade, solo dopo l’emergenza.