Il Feudo di Terravecchia, essendo casale di Cariati ne ha condiviso il comune destino
Scopriamo insieme la storia di questo borgo, che grazie alla sua singolare posizione, si è sottratto alle aggressioni delle penetrazioni saracene che nei secoli mossero le popolazioni presenti sul mare a cercare maggiore protezione sulle alture
Da Cariati, dopo circa una decina chilometri di strada serpeggiante che, si incunea tagliando le alture collinari del Basso Jonio Cosentino nell’entroterra della Valle del Fiume Nicà, posta su una cima si incontra Terravecchia, anticamente conosciuta anche come Terravecchia di Cariati.
Probabilmente, l’attuale insediamento urbano vanta origini alto medioevali. Sviluppatosi in un territorio precedentemente abitato, come dimostrano i resti di mura di età brettia ritrovate nelle sue vicinanze, grazie alla sua singolare posizione, si è sottratto alle aggressioni delle penetrazioni saracene che nei secoli mossero le popolazioni presenti sul mare a cercare maggiore protezione sulle alture.
Il toponimo, che ha una chiara provenienza, si riferisce ai resti di un antico stanziamento. Secondo alcune tesi, le sue origini sarebbero dovute principalmente al nome del luogo “Terra Vecchia”, dove era presente un castello, per “distinguerla dal nuovo sito in cui poi fu edificata Cariati”1. Un castello imponente, che in seguito andò distrutto, con ampia vista panoramica sulle valli circostanti e i suoi vivaci terrazzamenti in direzione del mare nel quale alloggiava il concessionario del Feudo.
In precedenti interventi si è avuto già modo di descrivere il luogo circa la presenza dei Brettii e il suo profilo archeologico secondo cui pare abbia registrato la presenza di qualche civiltà protostorica.
Riguardo alla sua storia feudale, Terravecchia, essendo Casale di Cariati, tranne una breve parentesi al tempo della Repubblica Napoletana, quando faceva parte del cantone di Cirò, nei secoli, ne ha vissuto le vicende feudali e amministrative condividendone il comune destino.
Terravecchia, per quanto se ne conosce, venne infeudata inizialmente ai Ruffo di Montalto e fu proprio sotto la loro amministrazione, con Covella, che si verificarono alcune seccature che non andarono giù alla Diocesi di Rossano a proposito della separazione di Cariati e Terravecchia dalla Diocesi di Rossano. Ma cerchiamo di capirne meglio dalle note del Gradilone che sulle vicende fornisce un quadro molto esauriente: «Altra circostanza di questo periodo, degna di essere rilevata, fu il completarsi di quel processo di latinizzazione della chiesa di Rossano, che s’era maturato da più tempo, e che, vedi caso, si accompagnò al mutamento politico della città, che da demaniale, cioè regia, diventò, con l’erezione a principato, città feudale. E conseguenza di questo mutamento fu il distacco (1445) delle due terre di Cariati e di Terravecchia dalla nostra archediocesi per essere stata la prima eretta a diocesi separata per volere della prima principessa di Rossano, Covella Ruffo (77) nota [Questo distacco no fu naturalmente accolto senza opposizione da parte della Curia, del clero e della popolazione rossanese, e fu una opposizione divenuta ancora più forte, quando la diocesi di Cariati venne aggregata, come suffraganea, a Santa Severina. Il diritto di Rossano fu con energia sostenuto dal decano cosentino Domenico Martire; vi si accompagnò una protesta dell’arcivescovo che fece personalmente a Cariati, presente quel vescovo. Ma tutto fu inutile perché la Santa Sede non volle ritornare sul provvedimento preso]» 2.
Bisogna risalire al 1487 quando re Ferdinando alienò gran parte del territorio requisendo molti territori al principe di Rossano, pertanto, del Principato di Rossano, nel quale era compreso anche il contado di Cariati insieme a Terravecchia e Scala Coeli, ne fu investito il principe di Squillace.
Le prime informazioni concrete sulla sua infeudazione poi ci conducono alla fine del sec. XV, precisamente al 1479, anno in cui Ferdinando d’Aragona, re di Napoli, meglio noto come Ferrante I, fece dono al nipote di Papa Sisto IV, un certo Geronimo De Riario, insieme al territorio di Cariati anche quello di Terra Vecchia.
Dalla sottomissione dei Riario, passò a quella dei Coppola, dei Borgia, fino a quella degli Spinelli e dei Sambiase.
Dopo l’entrata in vigore delle leggi eversive della feudalità, nel 1807 e l’entrata in vigore dell’Ordinamento amministrativo voluto dal generale Championnet Terravecchia il 19 gennaio venne reso Luogo ossia Università e inserito nel Governo di Cariati. Con il successivo riordino del 1811, istitutivo dei Comuni e de Circondari venne, invece, associata come frazione a Scala Coeli, e solo nel 1921 acquisiva come Comune autonomo la sua indipendenza amministrativa.
BIBLIOGRAFIA
1Cfr. Comune di Terravecchia in http://www.comune.terravecchia.cs.it.
2 A. GRADILONE, Storia…, pp. 293-294, op. cit. p. 191.
Consulta anche
Franco Emilio CARLINO, La Sila Greca Tra Storia e Feudalità. I Feudi del suo territorio, conSenso publishing, Rossano 2023.