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Acroneo: il fascino archeologico del vino in anfora

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VACCARIZZO ALBANESE - Dalle nostre parti, l’archeologia in relazione ai vini è un tema molto caro. "Dove tutto è cominciato” è stato il claim scelto dallo stand della Regione Calabria per il Vinitaly 2024; un ritorno alle origini, possibile grazie alla ricerca archeologica. A partire da questo evento, l'Assessore regionale all'agricoltura Gianluca Gallo ha proposto la prima Vinitaly calabrese da svolgersi nel parco archeologico di Sibari, amministrato peraltro egregiamente dal direttore Filippo Demma, un luogo ricco di reperti legati alla storia del vino in Italia.  

Storicamente la presenza della vigna sul nostro pianeta viene attestata nel Caucaso e proprio tra l’attuale Georgia e Armenia nacque il primo vino al mondo conservato in vasi d'argilla vinari chiamati dai caucasici qvevri.     

Di queste anfore ne fa uso l'azienda archeo-enologica Acroneo inclusa nel percorso dell’iniziativa Sentieri Divini. Chi si lascia tentare da questi sentieri non è sottoposto alla violenza del desiderio, ma a quella, ben più insidiosa della curiosità, tentati da un sapere così lontano e così vicino, che è offerto e dissimulato nello stesso tempo perché la saggezza, come ogni altra materia preziosa, deve essere strappata alle viscere della terra.      

La vallata del Mucone, uno dei affluenti del Crati, sinuosa e pittoresca, trae il proprio nome dal muggito delle mucche che un tempo si recavano a bere al fiume. Seguendo la strada, si giunge alla contrada Serricella. La favolosa accoglienza della famiglia Bafaro ripaga ogni fatica: la madre del titolare sforna ottimi taralli, i rinomati “scaddateddi" calabresi.    

Il titolare, il giovane archeologo Bafaro è partito dallo studio paleobotanico dei vitigni calabresi con l’intento di recuperare antiche vigne e ha scommesso sull'utilizzo delle anfore, supportato da numerosi studi che confermano l'efficacia di questa pratica. Le anfore vengono realizzate su misura da artigiani locali, utilizzando argille calabresi, e sigillate con cera pura, come consigliato da Plutarco.        

Nonostante il nome Acroneo significhi letteralmente "senza tempo", il viticoltore appassionato è in grado di anticipare l'effetto del tempo sul vino, intuendo quando i tannini grezzi si trasformeranno in una struttura vellutata. La microossigenazione, favorita dalla porosità dell'argilla, conferisce al vino complessità e struttura. Abbiamo assistito al rituale dell'apertura dell'anfora, dopo tre lunghi anni in cui il vino è stato "cullato" dalle dolci note della musica classica, diffuse lungo il percorso di stoccaggio.    

Come si coglie a volte da un semplice gesto d’un anziano il giovane che fu, notiamo nel vino affinato a lungo nell’anfora, l’energia esuberante d’un atleta pronto a vincere l’Olimpiade. Nello stesso modo, all’archeologo basta accarezzare - col palmo pesante da viticoltore, con le unghie macchiate da polifenoli - fondamenta di rovine: case, strade, anfiteatri o terme, (Bafaro partecipò ad una campagna di scavi a Sibari) per poter leggere in esse, come in un libro antico, la loro condizione di tanti secoli fa, risalendo da pochi reperti, alle atmosfere sibaritiche e alle occasioni conviviali dei tempi remoti. La routine quotidiana degli antichi greci era marcatamente diversa da quella degli italiani d’oggi. Le terme hanno da tempo cessato di essere il fondamento della civiltà occidentale, e sebbene si verifichino ancora cene sontuose, ora sono l'eccezione piuttosto che la norma. Allo stesso tempo, non possiamo fare a meno di vedere parte di noi stessi nella civiltà forgiata nella Magna Grecia.

Riprendendo a salti il filo della storia nel suo farsi, possiamo ricordare innumerevoli dispute e guerre; in epoche lontane passarono nel meridione italico tanti popoli: bizantini, spagnoli e persino albanesi rimasi saldi ancora nella propria identità arbëreshe. Acroneo vanta alcune vigne dai riflessi arbëreshë nel territorio di San Demetrio Corone. Fra vari assaggi mi ha colpito l’ultimo nato nella cantina, “Ambra dei Saggi", un luminoso, intenso e persistente orange wine. Da vitigno greco, fa macerazione e affinamento in anfora; con la sua gradazione alcolica contenuta è decisamente alla moda.            

Balzando nella modernità possiamo ricordare la ferma volontà degli uomini di elevarsi costruendo scuole, università e persino associazioni di sommelier; furono scoperte le leggi dell'universo e quelle dell'abbinamento cibo-vino; si sono inalzate cattedrali maestose e costruiti aeroporti, furono inventate le bollicine scintillanti, da bere nei calici di cristallo, e il torchio Marmonier - a conferma che la tradizione sia la migliore innovazione.    

Maillard ha descritto scientificamente la reazione che porta al perfetto arrostimento della carne, e nel caso in cui l'esperimento domestico abbia successo, consiglio di degustare il risultato con l'Arkon, il rosso dominante di Acroneo.    

In conclusione, il progetto Divini Sentieri si rivela come un'esperienza straordinaria: la Sila, con le sue sorprese luminose, si svela gradualmente. Con competenza e passione, Noemi Guzzo, guida ufficiale del Parco della Sila è sempre disponibile a strappare "il velo di Maya" che nasconde la realtà d'un territorio bellissimo. La tenace giornalista Giovanna Pizzi, riesce con ineffabile grazia e lungimiranza a coinvolgere nei Press Tour giornalisti e influencer importanti, pronti a mettere in luce le meraviglie locali al livello nazionale ed internazionale. 

Mentre torno verso casa, un falco volteggia come un drone nei cieli: arditi innalzamenti di uno spirito libero. Un pezzo alla volta, un piccolo vigneto "supa a timpa” viene oscurato dalle sue ali. Sembra un impianto d'irrigazione circolare, dove invece dell'acqua, si ripresenta intermittente, dalla gloria, la sua ombra.

Elia Hagi
Autore: Elia Hagi

Studia a Roma filosofia e teologia e comunicazioni sociali e oggi svolge a Vaccarizzo Albanese il suo ministero sacerdotale. Diventato sommelier, segue con passione la rinascita del vino calabrese con un particolare interesse rivolto ai vini identitari Arbëreshë.