Ispirazione e religiosità, l’orafo Spadafora e la riconsegna della corona alla Madonna delle Armi
Il marchio ricorda «l’impresa più significativa» del suo fondatore. «Dopo il furto la ricreò in due mesi e mezzo. Una storia emblematica»
CERCHIARA DI CALABRIA - «Fu uno straordinario atto di fede, devozione e amore della comunità locale, che raccolse l’oro necessario in pochissimo tempo. Fu anche l’impresa più significativa di mio padre Giovambattista, che in due mesi e mezzo, lavorando anche di notte, ricreò la corona che aveva realizzato per la Madonna delle Armi». In occasione dell’anniversario della Madonna delle Armi, che cade oggi 25 aprile e si celebra in un santuario di origine medievale ubicato nel territorio di Cerchiara (Cosenza), sul monte Sellaro in un antico sito di monaci bizantini, lo ricorda commossa Monica Spadafora, ambasciatrice nel mondo del marchio G. B. Spadafora, di proprietà della famiglia del compianto maestro Giovambattista Spadafora, noto in tutti i continenti come l’orafo delle figure di Gioacchino da Fiore, della tradizione calabrese, delle madonne del cattolicesimo e delle star del cinema internazionale.
«La prima corona – precisa Monica Spadafora, alle prese con un progetto di internazionalizzazione che svelerà a breve – era stata trafugata il 4 marzo del 2015. I fedeli di Cerchiara non si scoraggiarono e mio padre rifece l’opera in poche settimane, rendendola ancora più bella. La nuova corona fu ricollocata al suo posto il 24 maggio del 2015, giorno della Pentecoste, proprio all’interno del santuario della Madonna delle Armi, luogo di una spiritualità esemplare che documenta l’anima religiosa della Calabria e dei calabresi».
«La storia di questo santuario – prosegue Monica Spadafora – era stata segnata da un precedente furto. Secondo la leggenda, infatti, lì nel XV secolo una pietra sacra si era spaccata in due: nella prima metà era comparsa l’immagine della Vergine Maria con il Bambino Gesù e nella seconda, che dopo sarebbe stata rubata, quella di san Giovanni Battista. Se a questa tradizione diamo un peso e un senso, può darsi che mio padre, che ne portava il nome, nella sua corsa contro il tempo fu ispirato proprio dal santo che battezzò Cristo. In ogni caso – conclude l’ambasciatrice di G. B. Spadafora – la riconsegna della corona della Madonna delle Armi fu un fatto indimenticabile, che ancora oggi esprime al mondo intero la forza della devozione del popolo calabrese».
fonte Corriere della Calabria