Oltre le cerimonie resta un dolore perenne: 9 anni fa il femminicidio di Fabiana Luzzi
Mentre scorrono le immagini di una giornata che si ripete ormai nelle liturgie di un anniversario, ci sono gli occhi di papà Mario che rivivono quel dramma e quel dolore che non va via: perenne e imperituro
CORIGLIANO-ROSSANO – Nove anni trascorsi dal quel giorno tragico, il 24 maggio del 2013. Difficile dimenticarlo, quando l’adolescente Fabiana Luzzi perse la vita, uccisa crudelmente dalla mano di un "amore" malato. Un episodio di violenza di genere che ha toccato tutta la comunità non solo di Corigliano, ancora la fusione con Rossano era un’idea, ma di tutta la Calabria e dell’intero Paese.
Ancora oggi la ferita è viva e si legge negli occhi dei genitori di Fabiana. Arrivano insieme, verso le 10.30, al parco comunale intitolato alla figlia scomparsa. Un ricordo che la famiglia Luzzi ha voluto celebrare insieme alla comunità, per non dimenticare. La madre schiva e provata dalla sofferenza, glielo si legge sul volto teso, lascia spazio al marito, Mario Luzzi, papà di Fabiana.
Gli studenti delle scuole, sono già pronti a salutare il ricordo della giovane scomparsa, le rose bianche sulla stele brillano alla luce del sole di questa mattina di maggio. Rappresentanti istituzionali e personalità dell’associazionismo, tra cui Antonio Gioiello di Mondiversi Onlus; i volontari, pronti a recitare una poesia dedicata alla memoria della giovane in questo nono anniversario di commemorazione; uomini e donne della cultura, semplici cittadini ancora scossi dalla morte di Fabiana, giornalisti. Tutti in quell’oasi di verde che porta il nome della giovane coriglianese.
Il silenzio. Le strette di mano. Le interviste. Ci siamo anche noi dell’Eco dello Jonio. Ci avviciniamo a papà Mario che riesce a trattenere la commozione, o forse la sofferenza. Lui ci sorride, ha gli occhi lucidi e anche noi mentre gli chiediamo come, lui e la sua famiglia, stiano superando la perdita tragica di una figlia: «L’unione e l’amore, questo è l’unico modo che abbiamo per affrontare il domani. Bisogna dare amore per dare un senso alla vita e noi cerchiamo di darne alle nostre figlie, ai nostri nipoti e a tutte le persone che hanno bisogno. Soprattutto alle donne che subiscono violenza».
Uno sguardo deciso quello di papà Mario e gli chiediamo, chi sta aiutando lui e la moglie nell’affrontare questo dolore, che sentiamo ancora vivo uscire da una ferita che, probabilmente, mai si rimarginerà. Mario Luzzi resta per qualche istante in silenzio, si commuove e anche noi: «Per noi, la nostra Fabiana è ancora viva. Siamo sempre in 7 in famiglia».
Un ricordo quello di oggi per non dimenticare, perché Fabiana era una fanciulla come tante, allegra e intelligente. Un ricordo come la rosa dei venti di una battaglia. Per tutte le donne. Per tutta la società civile.